venerdì 3 gennaio 2025

I due don e la regina del bosco di Pier Emilio Calliera


Un cielo scuro, senza le stelle belle, un lenzuolo nero disteso sul prato, sul prato d’inverno, c’è silenzio in contrada, a dirla tutta, prima è passato quello del vetro e di Rabello ne ha fatto parecchio di rumore con le bottiglie vuote, senza più bollicine dentro, ne fanno di casino, qualcuno avrà fatto un salto nel letto, 6.15, simpatico come una colica, quello del vetro. Sono ubriaco ancora di felicità per il pranzo insieme di ieri, davanti al camino acceso, tutti in salute, il bene più prezioso, il regalo più bello, quando hai la salute, anche se hai debiti da pagare, sei l’uomo più ricco del mondo, credimi. Te ne accorgi quando la perdi la salute, di quanto sia preziosa, nessun bene materiale ha il suo stesso valore . Il fuoco è acceso e canta la sua allegra canzone, il fumo sale nel grande camino femmina, al suo fianco il maschio, al borgo antico i camini sono maschi e femmine grazie alla fantasia di gente sapiente sapeva dare un tocco di mistero, di bellezza, sapevano fare bene il loro lavoro, era bello a vedersi e durava per secoli. Arrivano dolci i rintocchi di cristallo, sono carezze nel silenzio di contrada. Ieri con Pantera e Silvana, la sorella, che è venuta a pranzo da noi, siamo andati a Salussola a vedere la mostra dei presepi, tu guarda la combinazione, il presepista Giorgio, tra le mille statue, ha fatto anche quella di don Lodovico e mentre eravamo li, il don in carne ed ossa è arrivato e Pantera ridendo :≪ Siamo venuti a vedere don Lodovico ≫. Ho chiesto al presepista:≪ Ma si è già visto ? - No, non si è mai visto ≫. Allora ho fatto la foto del don che guardava l’altro don di carta-pesta per la prima volta, uno spasso a vederli. Poi la visita al belvedere di Salussola, la chiesa e la piazza dell’asilo con il trenino in legno e tanti simpatici personaggi tutti di legno, Pantera era contenta, avrà altre idee per i suoi 100 presepi. Appena farà chiaro si iniziano i preparativi del nuovo cantiere, il cantiere d’inverno nel posto del cuore, dove ci stai bene, si torna sempre dove si è stati bene , mi porterò dietro quel bambino dai riccioli biondi, lo terrò per mano, lui che era sempre pieno di sogni , sognava d’Amore e di un bosco, quando andava da solo nel bosco dei salici, con i sensi a mille , in ascolto di ogni fruscio, di ogni richiamo degli abitatori del bosco, il suo sogno più grande era di avere un bosco suo, come lo aveva il Giuanìn di Arro. Bisogna sempre credere nei sogni, non bisogna tradire quel bambino che siamo stati, allora nel bosco, non c’erano così tanti animali selvatici , sono arrivati dopo, come gli esseri fatti di vento, di eleganza infinita, ci sono tanti nidi nel bosco che prima non c’erano, adesso d’inverno ci sono le regine del bosco, ce ne sono tante, sono le beccacce , parono a razzo, a zig – zag in mezzo ai tronchi facendo il loro verso, come di sfida .

Che meravigliosa storia è la Vita.

Buona Vita a chi passa.

pec. Pier Emilio Calliera


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