La loro è una storia davvero speciale, soprattutto per chi crede nella bellezza della vita, in cui nulla accade per caso. Le protagoniste sono Giacomina, passerotta molto fortunata, e Luisa, umana dal cuore grande.
«Quando l’ho soccorsa, due anni fa, credevo fosse un maschio, l’avevo battezzata Giacomino, poi la veterinaria ha detto che è una femmina ed è diventata Giacomina. Un giorno ero all’ufficio postale di Casapinta, ma c’era troppa gente e così attendevo sulla porta, quando ho notato su un muretto una cosuccia muoversi, che sbatteva le ali. La coda si è smaltita velocemente e ho potuto così passare allo sportello in breve. Uscendo ho di nuovo guardato l’uccellino e mi sono preoccupata. Se lo avessi lasciati lì, se lo sarebbero mangiato i gatti. Tremava tutto, l’ho raccolto. Subito non sapevo cosa fare, come aiutarlo, l’ho portato a casa e gli ho fatto un video e l’ho inviato alla veterinaria, la quale mi ha detto che probabilmente la piccola, con quel suo tremolio al capo, aveva un problema neurologico. Aveva anche un taglio sulla testa, che le abbiamo curato. Forse era stata predata da un uccello più grosso, che avevo notato nel punto in cui l’avevo recuperata. Il danno sarà stato portato da quel fatto. L’attacco con il becco le ha reciso i nervi, tant’è che tiene le zampette chiuse. Non è in grado di muoversi. Ogni tanto, allargando le ali, fa dei piccoli voli, ma subito si capovolge».
Nella conversazione interviene il compagno di Luisa, Germano, presente all’incontro: «Giacomina è incredibile. Segue i sentimenti di Luisa. Se lei è tranquilla, anche l’uccellino lo è, mentre se è agitata vedi che dà segni di sofferenza, non mangia più. Sente le emozioni. L’ho visto con i miei occhi: nei momenti sereni di Luisa, Giacomina si mette a cantare».
«Mi guarda e mi capisce – riprende Luisa -. Mi dà i bacetti e cerca le coccole. Quando è contenta fa come delle fusette. Bisogna poi vederla quando appoggia il becco, per tenere ferma la testa, su un pupazzetto a forma di carota, e mi guarda - Luisa si commuove -. Ormai siamo inseparabili. Ovunque io vada, lei viene con me, anche perché ha bisogno di nutrirsi spesso, ogni ora e mezza, due ore. Da sola non mangia. La nutro con una siringa senz’ago, con una pappa creata apposta per lei. Con l’acqua, è lo stesso, le mostro io dov’è e lei di rimando, con il beccuccio, si avvicina. Quando non la vuole più, si volta verso di me».
«La veterinaria le aveva dato una settimana di vita – aggiunge Germano -. Lo stesso avevano detto gli altri dottori che l’avevano visitata: non poteva vivere. Invece è con Luisa da due anni. Tra di loro si è creata una simbiosi. Sta succedendo qualcosa in cui io non posso intervenire. Luisa interpreta i bisogni di Giacomina in base a dei micro segnali. Inoltre la piccola deve sempre mantenere una temperatura corporea elevata e costante e Luisa le ha trovato dei contenitori appositi, che riempie di acqua calda, in modo da gestire appunto il calore. Si alza anche di notte per controllarlo, altrimenti l’uccellino morirebbe».
«La porto pure a fare spesa, perché come ho detto, deve nutrirsi spesso, ed è venuta con me in Sicilia, quando sono tornata dalla mia famiglia. L’ho messa nel suo trasportino e le ho pagato un regolare biglietto aereo. Non potevo lasciarla a casa. Nessuno riesce ad accudirla. Ricordo che le ho detto: “Tu, Giacomina, non puoi volare, ma io ti ho fatta volare lo stesso”. Ho un vicino di casa, Roberto, che inventa cose, e mi piacerebbe pensasse a un modo per farle prendere il volo almeno una volta. In casa ho anche dei gatti, ma loro non la toccano. Lei invece li guarda e poi guarda me, come per dirmi: “Altri gatti hai preso?” - secondo Luisa, infatti, la piccola Giacomina, nella vita precedente, è stata la sua Mimì, la gattina a cui era profondamente legata, mancata tre anni prima nel mese di aprile, mentre Giacomina è stata soccorsa due anni fa, nel mese di maggio, come se si fosse creata una sorta di continuità temporale –».
«Ormai tutti ci conoscono - conclude Luisa -. La porto con me al lavoro e un giorno un signore, non vedendola, mi ha domandato: “Dov’è la bambina?”. Giacomina è arrivata proprio dal cielo, non soltanto perché è un volatile».
Anna Arietti
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