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sabato 21 settembre 2024

Ricordo annate quasi senza neve di Giorgio Inaudi


"Nei primi anni Sessanta ricordo annate quasi senza neve. Avevo gli sci da fondo nuovi e non riuscivo mai ad inaugurarli. La natura ha tempi lunghi, che non rispettano le medie annuali e stagionali e del resto le medie sono il risultato statistico di scostamenti spesso assai grandi. Ho settantaquattro anni e frequento assiduamente la montagna da sempre. Ricordo inverni quasi senza neve e inverni con cinque metri neve sul tetto della mia casa a Cornetti di Balme, in provincia di Torino, a 1500 metri di altezza. Ricordo anche di aver visto (sempre a Balme) nevicare in agosto e piovere a gennaio. Non c'è dubbio che siamo in una fase di riscaldamento, ma sono sempre più convinto che il clima è sempre andato cambiando, come i nostri vecchi avevano già osservato e come gli storici hanno sempre saputo. Sappiamo di civiltà che sono scomparse abbastanza improvvisamente per profondi cambiamenti climatici. Andiamo a rileggere gli storici del clima, Le Roi Ladury, Behringer o Latouche. 

Ai miei nipotini leggo il "Libro della Giungla". Kipling scrisse: “La cicala nacque in giugno, in agosto vennero le piogge e la cicala disse: “(Il clima sta cambiando) in tutta la mia vita non ho mai visto tanta acqua!”.

Nella memoria della gente è più facile ricordare la grande nevicata di quel certo inverno, piuttosto che non tutti quegli inverni con neve poca o assente. Io non nego che sia in atto un "riscaldamento globale" e neppure (con qualche dubbio) che esso sia dovuto all'uomo (almeno in parte). Dico soltanto che il clima è sempre andato cambiando, talvolta anche in modo repentino. I nostri antenati reagirono non cercando di intervenire sulle cause (cosa fuori della loro portata e probabilmente b anche della nostra), ma piuttosto intervenendo sugli effetti, adattandosi ai mutamenti. Lo faremo anche noi che rispetto a loro in più abbiamo la tecnologia, ma certamente dovremo accettare una decrescita responsabile ed essere meno numerosi di fronte alle risorse che sono e saranno sempre limitate, ma questo argomento - quello di limitare le nascite - è un argomento che non piace alle chiese e alle multinazionali, che trovano nelle moltitudini il terreno ottimale per fare proseliti e il migliore mercato per vendere i propri prodotti". 

testo e immagine di Giorgio Inaudi

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