domenica 11 agosto 2024

L'estate brillante di Rosazza



Ieri sera, sabato 10 agosto, sono stata a passeggiare nel piccolo paese di Rosazza, in Alta Valle Cervo. Erano anni che non lo vedevo così vivo e felice. C'era gente - e automobili -. Tanti giovani e bambini. C'era musica proposta da un gruppo che si esibiva al parco. C'erano 23 gradi alle 11 di sera, ben graditi. E luci, tante luci che provenivano dalle finestre delle case, dai locali, aperti all'estate, dai faretti accesi per l'occasione per valorizzare il piccolo borgo montano e, lassù, più in alto ancora, dalle stelle. Era la notte di san Lorenzo, diacono e martire, che pare non sia il momento migliore per vedere le stelle cadenti, ma così viene indicato. Il passaggio dello sciame meteorico delle Perseidi sembra sia più visibile fra l'11 e il 13 agosto. Mi piace ricordare pure la poesia composta dal poeta Giovanni Pascoli in memoria del padre Ruggero, ucciso mentre tornava a casa dal mercato di Cesena in circostanze non note il 10 agosto 1867, intitolata appunto "X agosto".

Ricordo che Rosazza è uno dei "Borghi più belli d'Italia" e conta un centinaio di residenti, ad una altitudine di 850 metri s.l.m. Si trova in provincia di Biella, in Piemonte, ed è particolarmente interessante sotto il profilo architettonico e storico. Troviamo il castello, la chiesa-tempio, il palazzo comunale ed è punto di partenza di escursioni di livello in alta e media montagna. E, va detto, è ricco di simboli misteriosi ed esoterici. Una visita la merita l'elegante cimitero, che fu costruito da Federico Rosazza Pistolet fra il 1876 e il 1880.

Una nota di attenzione voglio riservarla alla via ferrata inaugurata di recente, con indicazioni per persone cieche.

Anna Arietti



Chiunque desideri copiare fotografie e testi da questa pagina è pregato di citare la fonte www.baffidigatto.com e Anna Arietti, in quanto a monte c'è un grande impegno di valorizzazione portato avanti soltanto con la passione! Grazie.
















X agosto

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

Giovanni Pascoli


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