Tutti siedono sotto i portici, a bersi il sole di luglio, non poi così torrido finora. Io invece voglio gustarmi la sala interna.
Il “Caffè Elena” si affaccia su piazza Vittorio Veneto a Torino e risale al 1889. È, a pieno titolo, uno dei “Locali storici d’Italia”. Giunta a pochi passi dall’ingresso, affretto il passo, come se mi sentissi in ritardo per l’appuntamento, come se ad attendermi ci fosse qualche grande letterato. Avevo letto che era assiduo frequentatore Cesare Pavese e allora si accende la fantasia ed entro con passo tronfio nella piccola sala, scansando i tavolini in legno e in pietra breccia rossa. È nell’ultimo, nell’angolo, che sono attesa e mi accomodo appena posticcia sulla poltroncina, come a volermi scusare. Respiro l’aria romantica, fra specchi e pareti decorate in legno, che riportano alle boiserie francesi dell’Ottocento, periodo in cui, del resto, è stato progettato il palazzo dall’architetto Giuseppe Frizzi.
Tutto collima, risuona in me. Le chiacchiere degli altri ospiti si fanno lontane.
Arriva il caffè d’orzo, osservo alcuni libri disposti su una mensola e me stessa, riflessa negli specchi, che mi deformano leggermente. Sospendo il tempo per essere soltanto lì, per vivere mille epoche in un istante.
Fra il 1889 e il 1902, so che, sempre dalle precedenti letture, Giuseppe Carpano aveva migliorato la ricetta del famoso vermouth, ideata da Antonio Benedetto.
Un luogo ben conservato racchiude tanta storia e va preservato, perché averne memoria è sentirlo con emozione.
Anna Arietti
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Per informazioni scrivere ad anna.arietti@gmail.com
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