“Credo che buona parte dei problemi che caratterizzano la nostra quotidianità derivi da un grande sentimento di solitudine.
Quando invece ci si rende conto che non siamo né i primi né gli ultimi a sentire niente, perché fa tutto parte di una catena più ampia, che la letteratura ci testimonia. Ci dice: questo sentimento l’ha provato Dante. Allora tu capisci che non sei il primo, non sei l’ultimo.
La letteratura da secoli cerca di gridarci: se la poesia è tua, non sei solo. Ci siamo anche noi, siamo stati sommersi anche noi dalle paure, dalle passioni, dai turbamenti. Una persona che interiorizza questo è una persona meno fragile. Quindi forse conviene di meno, perché la fragilità in qualche modo vende di più, perché ha più bisogni. Però è importante recuperarlo, secondo me”.
Il giovane divulgatore di letteratura classica, Edoardo Prati, a "Che Tempo Che Fa".
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