Pubblichiamo la comunicazione a cura di Anna Piovesan.
Sarà un fine settimana alla scoperta della storia valdese che si intreccia alla storia dei “picapére” della Valle Cervo, che a Piedicavallo eressero pietra su pietra un tempio inaugurato il 13 ottobre 1895.
Nel centro del paese e dirimpetto alla chiesa parrocchiale si erge un modesto edificio di granito alto tre piani fuori terra, nel primo dei quali ha sede la scuola, mentre nel secondo si trova il tempio propriamente detto, a cui si accede per un bel vestibolo. Nel terzo c'è l’abitazione del Pastore. È il tempio evangelico sulla cui bella facciata sventola la tricolore bandiera.
Quello di Piedicavallo è l’unico tempio protestante valdese in provincia di Biella che proprio quest’anno compirà 129 anni, anche se la storia di questa confessione protestante risale al 1174 .
Quest’anno la Chiesa valdese e il Centro Culturale di Torre Pellice promuovono iniziative in Piemonte e in tutta Italia per valorizzare la memoria e il messaggio di questi 850 anni di storia valdese, le lotte, le persecuzioni, la resistenza, l’eredità spirituale e civile che ci viene dai nostri avi. Ma come accadde che l’ultimo paese della Valle Cervo, così distante dalle Valli valdesi, avesse una presenza protestante piuttosto significativa? Le risposte ruotano attorno a tre elementi chiave:
1) le Lettere Patenti del 17 febbraio 1848 con
le quali il Re Carlo Alberto di Savoia restituiva i diritti civili e politici ai suoi sudditi, relegati nelle valli alpine-ghetto (Val Pellice e Val Germanasca).
2) la popolazione di Piedicavallo, emigrante da sempre in cerca di lavoro in paesi lontani, molti dei quali di cultura protestante (in Europa e Stati Uniti d'America), aperta alle idee mazziniane e liberali, possiede l’alfabetizzazione di base per comunicare con i parenti emigrati senza il tramite del parroco, con il quale i rapporti erano spesso formali e talvolta di aspro conflitto. Fu così che molte persone a Piedicavallo accolsero con interesse una fede religiosa percepita come più affine al loro modo, sostanzialmente laico, di confrontarsi con la realtà.
3) la mentalità dei valligiani è “costruire”. Si dice che per i “picapére” della Valle Cervo, gli artigiani della pietra, pensare è costruire, da qui la realizzazione di quella che oggi verrebbe definita una struttura polivalente: la scuola, perché senza sapere non è possibile leggere la Bibbia, né scegliere con consapevolezza e libertà; l’alloggio per il Pastore e/o l’insegnante, guide spirituali e culturali della comunità; l’ampia sala per il culto e le assemblee.
Nel corso di sabato 13 aprile (dalle 10 alle 17, con orario continuato) e di domenica 14 aprile (10/12.30-14.30/17) sarà possibile visitare il tempio, scoprirne la sua storia e quella della comunità valdese dell’epoca che già nel 1890 aveva aperto una “scuoletta” con l’aiuto di una maestra, Elisa Goss di cui si racconta nel libretto "Le pietre della libertà" di M. Revelli, T. Burat, E.Bernardini, D. Bazzini, curato da A. Piovesan, per i 115 anni del Tempio di Piedicavallo, edito dal Centro culturale “Valdesi a Biella”.
“Elisa dai capelli bianchi. Lei, la maestrina arrivata da altre vallate montane, ai confini della provincia di Torino, dalla Val Pellice, portava lo chignon e seppure poco più che ventenne aveva già i capelli tutti bianchi. La mia testimone è la nipote, Lilia Jon Scotta.
Anna Piovesan
Per avere ulteriori informazioni scrivere alla pastora Joylin Galapon all'indirizzo jgalapon(at)chiesavaldese.org
La presidente è Gabriella Cianciosi: gcianciosi(at)libero.it
Anna Piovesan
Per avere ulteriori informazioni scrivere alla pastora Joylin Galapon all'indirizzo jgalapon(at)chiesavaldese.org
La presidente è Gabriella Cianciosi: gcianciosi(at)libero.it
Le fotografie sono messe a disposizione da Anna Piovesan.
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