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venerdì 23 febbraio 2024

2004 - 2024: vent'anni senza Don Vittorino Barale #innamoratidelbiellese #masserano #donvittorinobarale #principatodimasserano #centrostudibiellesi #docbi #associazionevittorinobarale #rongio


Testo e immagini di Enea Grosso

Il 24 Febbraio  2004 terminava il suo mandato terreno Don Vittorino Barale, per 50 anni amatissimo parroco di  Rongio  e storico del Biellese orientale.

È grazie al suo lavoro paziente e amorevole se la storia del Principato di Masserano - con le sue luci e ombre -  è lentamente riemersa dalla polvere del tempo.


Ecco qui di seguito l'estratto da un articolo del 2004 di Giuseppe Patellaro: 

Per decenni il canonico Barale si è recato nelle ore libere dal suo ministero negli archivi di stato di Torino, Biella e Vercelli, giungendo sino alla biblioteca vaticana per saperne di più sui suoi conterranei. [...] Barale ha sempre concepito la storia ritenendo giusto riconoscere che questa non  ha avuto solo come protagonisti i principi ma anche il popolo e la borghesia.

'La storia del feudo di Masserano - spiega Barale [...] - è sempre interessante perché unica nel suo genere, nel senso che era indipendente da tutti gli altri (come la Repubblica di San Marino), con titoli e statuti propri, un rappresentante a Roma presso il Vaticano, relazioni intrecciatissime  tra la Santa Sede, la Lombardia, la Spagna ed i Savoia. Batteva moneta con una Zecca propria e aveva mercati liberi. Era un vero stato autonomo e indipendente'. 

Ma per comprendere a fondo le motivazioni che possono spingere un uomo a dedicare la propria vita allo studio della storia e delle tradizioni delle proprie genti bisogna necessariamente risalire ad una frase che introduce il "Principato" [...]. "È un sentimento - rilevava Pietro Torrione - di amore per la nostra gente, che si perpetua nelle generazioni" .

Così lo ricorda l'allora sindaco Pier Carlo Gugliotta in un articolo del Febbraio 2004 firmato Fabio Marzaglia:

"Figura apprezzata non solo per la sua opera pastorale, è stato punto di riferimento importante per tutti i rongesi. [...] La sua persona è stata puntello anche per chi religioso non era. [...] Ha lavorato per tenere unita la gente".

Dallo stesso articolo si apprende che Don Barale riuscì ad essere di riferimento anche per i rongesi emigrati in Congo, Stati Uniti e Argentina, trovando nell'annuale Notiziario Rongese - che veniva spedito anche all'estero -  il modo per tener uniti gli abitanti con chi si trovava lontano.

 

"Nominato Parroco di Rongio nel 1953, si trovò in un ambiente denso di quiete, ricco di memorie, di boschi di acacie e di poggi solatii ove la vite dona un vino di classe, pregiato per il suo sapore e per la sana e vigorosa autorevolezza. È una sede ideale per chi ama con la cura delle anime, il culto della terra e lo studio della storia. [...] 

I lettori, ma più ancora gli studiosi, saranno grati a lui per le ricerche trattate con tanto scrupolo; ma specialmente i figli di queste terre, che troveranno qui le orme dei padri,  conserveranno il libro tra le cose care di famiglia".

(Pietro Torrione, dall'introduzione a "Il Principato di Masserano e il Marchesato di Crevacuore", Centro Studi Biellesi, 1966, pagina VII e pagina XXV)


La tomba di Don Vittorino Barale nel piccolo cimitero di Frazione Rongio a Masserano (BI). Don Vittorino era originario di Pezzana (VC)



Articolo di Giuseppe Patellaro (2004)



Articolo di Fabio Marzaglia (2004)


La strada del cimitero di Rongio


Molto si deve a Don Barale se il fuoco di Rongio continua ad ardere






































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