Le caldarroste degli alpini

Nel tardo pomeriggio di ieri (domenica), sotto a una pioggia fine, ho incontrato gli alpini di Lessona alle prese con le caldarroste. Mi hanno detto di essere lì dalle prime ore del mattino, otto quintali di castagne abbrustolite sul fuoco e servite caldissime in pacchetti di carta. Una pazienza di Giobbe portata avanti con la loro proverbiale costanza. Quando è stato il mio turno, nel cesto ne rimaneva una mezza porzione e ho atteso una decina di minuti la sfornata successiva, tempo buono per ascoltare discorsi e, fortuna mia, scoprire che le castagne in arrivo sarebbero state più buone perché bèn brusà – ben bruciate –, che gioia! e tutti giù a ridere, anch’io. Intanto vai di bicchieri di vin brulé. Su tutte le voci, una si è distinta: “Bütme nèn sal giurnal, neh! – non mettermi sul giornale -”. Quando è arrivato il sacco di juta con le caldarroste non dico che sia stata ressa, ma in tanti si sono accalcati intorno al banco e la distribuzione è ripartita. Bella atmosfera d’autunno.

Anna Arietti

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