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domenica 8 ottobre 2023

CENTO ANNI dalla morte di CORRADO CORRADINO: 1923-2023 #innamoratidelbiellese #masserano



 Di Enea Grosso


"Soleva, per ragioni di eufonia, anteporre il cognome al nome, affermando di essere l'unico letterato italiano che lo faceva".

Magda Vigilante  , dal Dizionario Biografico degli Italiani, Vol.29,  Treccani,  1983)



Corrado Corradino (1851 o 1852 - 9 Luglio 1923), poeta e letterato con libera docenza universitaria -  professore al Politecnico di Zurigo e dell'Accademia Albertina, autore dell'inno della Juventus di cui fu presidente nell'anno calcistico 1919/1920, riposa nel cimitero di Masserano - ex-Principato adagiato tra vigneti e pianura - essendone un illustre cittadino d'adozione. 

La tomba della Famiglia Corrado a Masserano

A Masserano soleva infatti trascorrere la villeggiatura  a Palazzo Corrado, appartenente all'illustre famiglia della suocera, Malvina Bozino, moglie del magistrato Giuseppe Butta.

La doppia scalinata all'ingresso del giardino di Palazzo Corrado a Masserano


La scalinata d'accesso al piccolo cortile davanti al portico


La Signora Paola, dall'età di 27 anni e per trent'anni  governante di Sergio Corrado (figlio di Corradino) e di sua moglie Christina Carruthers, così  ricorda la villa:      

"Sembrava un giardino incantato con un piccolo stagno pieno di ninfee e tutt'intorno ortensie e fiori. In quel luogo erano usi prendere l'aperitivo soli o con gli amici. Erano spesso ospiti i Borea d'Olmo, famiglia nobile di Sanremo. Il giardiniere Giuseppe faceva anche da guardiano, da quando la famiglia dei custodi andò via. Un altro ospite abituale era Subert, famoso antiquario di Milano"







"La villa di Masserano fu abitata da Corrado Corradino e la moglie Quirina fino alla loro morte", racconta la Signora Daniela Zago Novaro. 
" Durante il periodo estivo andavano a trovarli Angiolo Silvio Novaro e la moglie Laura, sorella di Quirina, e anche il figlio Sergio Corrado con la moglie inglese, Christina. So che in un grande letto con la testata in piccolo punto dormì un papa;  così mi è stato raccontato". 



Quirina, moglie di Corrado Corradino, a Palazzo Corrado


Quirina Butta in Corrado (dagli album della Famiglia Zago Novaro)





"Palazzo Corrado subì una decina di furti", continua la Signora Novaro. "Chissà che fine hanno fatto i mobili, i quadri...In giro, chissà dove, c'è un quadro del Delleani che raffigura Quirina in grandezza naturale con cappotto lungo nero e cappello. Come mi diceva sempre Sergio, "chi supera l'ingresso imponente della villa viene catapultato in un mondo che non esiste più" ... ma chiudendo gli occhi si può ritrovare". 



Un mondo e un'atmosfera che sicuramente costituirono un'oasi perfetta per l'incessante ricerca spirituale del poeta Corradino. Una ricerca e un'evoluzione che vengono così descritte da Magda Vigilante nel Dizionario Bibliografico degli Italiani Treccani (Vol.29): 

"L'evoluzione spirituale del C. fu accompagnata da una serie di letture a carattere filosofico-religioso e da un lungo periodo di meditazioni, alla ricerca della verità, che determinarono una pausa di diversi anni alla sua attività letteraria. Nell'estate del 1900, il C. compì un breve viaggio in Umbria e sostò per qualche tempo ad Assisi, dove a contatto dei luoghi legati alla memoria francescana, e ancora immersi in un'atmosfera mistica, maturò il progetto di comporre un poema ispirato alla vita di Cristo. L'elaborazione dell'opera fu lenta e tormentata; solamente nel 1910 il C. pubblicò a Milano La buona novella in ventiquattro canti.

La figura del Cristo, proposta dal C., è priva di elementi sovrannaturali, e appare come quella di un eroe umano che è destinato ad una missione divina, nel compimento della quale trascende i limiti propri, della sua natura ed assume il valore di un simbolo. Il poema non segue fedelmente i testi evangelici, ma privilegia alcuni episodi e ne introduce altri non desunti dalla tradizione (La vangaLa città di Dio), nei quali sono accentuati i caratteri della dottrina cristiana che più si prestano ad esprimere un messaggio di uguaglianza e solidarietà tra gli uomini". (Magda Vigilante, Vol. 29 del Dizionario Bibliografico degli Italiani, Treccani)





Respirando i luoghi in cui visse, è facile immaginare questo distinto signore elegante camminare in giardino e in paese; vederlo - assorto nei suoi pensieri -   scendere verso il cimitero fino ad un luogo  a lui caro a cui dedicò una poesia: la Chiesa delle Grazie.  


Volete discender la china
Signore? Soltanto due passi.
Non bada a molestia di sassi
chi scorge la meta vicina.
Se vi pare che faticoso
e lungo sia stato il viaggio
siccome a me sembra, è da saggio
affrettarsi verso il riposo.
Appunto laggiù ne fa cenno
tra i salci delle grigie chiome
quell'erma chiesuola che ha nome
"Le Grazie". E fu scelto con senno.
Lì presso, se non vi dispiace
è la meta, fra un colle e un prato,
e lì si può stare sdraiato
né alcuno vi disturba la pace.
Anzi l'anime che son sazie
e di sperare e di soffrire,
posson, senza sogni, dormire
preso la chiesa delle Grazie.

Corrado Corradino


La cartolina della Chiesa delle Grazie sul cui retro è stampata la poesia che si trova anche incisa ai piedi della chiesa di San Teonesto (XIII sec.) alle spalle del busto del poeta.  Nel libro "La Gente di Masserano" di Don Vittorino Barale viene citata la famiglia Bozino (cui apparteneva la moglie del poeta). 


Link per approfondire l'argomento:












Si ringrazia la Signora Daniela Zago Novaro per le fotografie tratte dall'archivio di famiglia.
Grazie a mia cugina Daniela Rocco (masseranese di nascita) per aver notato la ricorrenza del centenario sulla tomba della famiglia Corrado.





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