Di Enea Grosso
"Soleva, per ragioni di eufonia, anteporre il cognome al nome, affermando di essere l'unico letterato italiano che lo faceva".
( Magda Vigilante , dal Dizionario Biografico degli Italiani, Vol.29, Treccani, 1983)
Corrado Corradino (1851 o 1852 - 9 Luglio 1923), poeta e letterato con libera docenza universitaria - professore al Politecnico di Zurigo e dell'Accademia Albertina, autore dell'inno della Juventus di cui fu presidente nell'anno calcistico 1919/1920, riposa nel cimitero di Masserano - ex-Principato adagiato tra vigneti e pianura - essendone un illustre cittadino d'adozione.
La tomba della Famiglia Corrado a Masserano |
A Masserano soleva infatti trascorrere la villeggiatura a Palazzo Corrado, appartenente all'illustre famiglia della suocera, Malvina Bozino, moglie del magistrato Giuseppe Butta.
La doppia scalinata all'ingresso del giardino di Palazzo Corrado a Masserano |
La scalinata d'accesso al piccolo cortile davanti al portico |
La Signora Paola, dall'età di 27 anni e per trent'anni governante di Sergio Corrado (figlio di Corradino) e di sua moglie Christina Carruthers, così ricorda la villa:
"Sembrava un giardino incantato con un piccolo stagno pieno di ninfee e tutt'intorno ortensie e fiori. In quel luogo erano usi prendere l'aperitivo soli o con gli amici. Erano spesso ospiti i Borea d'Olmo, famiglia nobile di Sanremo. Il giardiniere Giuseppe faceva anche da guardiano, da quando la famiglia dei custodi andò via. Un altro ospite abituale era Subert, famoso antiquario di Milano"
Quirina Butta in Corrado (dagli album della Famiglia Zago Novaro) |
Un mondo e un'atmosfera che sicuramente costituirono un'oasi perfetta per l'incessante ricerca spirituale del poeta Corradino. Una ricerca e un'evoluzione che vengono così descritte da Magda Vigilante nel Dizionario Bibliografico degli Italiani Treccani (Vol.29):
"L'evoluzione spirituale del C. fu accompagnata da una serie di letture a carattere filosofico-religioso e da un lungo periodo di meditazioni, alla ricerca della verità, che determinarono una pausa di diversi anni alla sua attività letteraria. Nell'estate del 1900, il C. compì un breve viaggio in Umbria e sostò per qualche tempo ad Assisi, dove a contatto dei luoghi legati alla memoria francescana, e ancora immersi in un'atmosfera mistica, maturò il progetto di comporre un poema ispirato alla vita di Cristo. L'elaborazione dell'opera fu lenta e tormentata; solamente nel 1910 il C. pubblicò a Milano La buona novella in ventiquattro canti.
La figura del Cristo, proposta dal C., è priva di elementi sovrannaturali, e appare come quella di un eroe umano che è destinato ad una missione divina, nel compimento della quale trascende i limiti propri, della sua natura ed assume il valore di un simbolo. Il poema non segue fedelmente i testi evangelici, ma privilegia alcuni episodi e ne introduce altri non desunti dalla tradizione (La vanga, La città di Dio), nei quali sono accentuati i caratteri della dottrina cristiana che più si prestano ad esprimere un messaggio di uguaglianza e solidarietà tra gli uomini". (Magda Vigilante, Vol. 29 del Dizionario Bibliografico degli Italiani, Treccani)
La cartolina della Chiesa delle Grazie sul cui retro è stampata la poesia che si trova anche incisa ai piedi della chiesa di San Teonesto (XIII sec.) alle spalle del busto del poeta. Nel libro "La Gente di Masserano" di Don Vittorino Barale viene citata la famiglia Bozino (cui apparteneva la moglie del poeta). |
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