martedì 11 luglio 2023

Quaranta all'ombra! di Marcello Mazzoleni


Oggi voglio ancora riflettere sul cosiddetto "cambiamento climatico". Libero ognuno di credere a chi vuole, io preferisco documentarmi leggendo un po' di tutto.

Ringrazio Marcello Mazzoleni per aver concesso la condivisione sul nostro blog del suo pensiero.

Anna Arietti

"Quaranta all'ombra! Eccezionali giornate di caldo hanno afflitto vaste zone dell'Europa e specialmente la Francia, l'Italia, la Svizzera e la Germania. Nella pianura padana si sono avute punte massime raramente registrate: 40 gradi all'ombra a Novara e 42 a Reggio Emilia".

Così troviamo scritto sulla copertina de "La Domenica del Corriere" del 13 luglio 1952. La prima decade di luglio di quell'anno fu in effetti eccezionalmente calda su tutta la Penisola e anche qui al nord. Quelle sì che erano state temperature davvero straordinarie per le nostre zone, non certo quelle delle fasi calde attuali che ci vengono spacciate per eccezionali, quando invece rientrano generalmente in una sola deviazione standard dalla media. Perché, giova ricordarlo, non si può parlare di medie, che sono valori di sintesi, senza associare la loro normale variabilità a seconda delle diverse condizioni del tempo, rappresentata appunto dalla deviazione standard. Non a caso nelle "regole del gioco" che pubblico all'inizio di ogni mese la specifico sempre.

L'estate del 1952 è stata una delle più calde e asciutte della storia recente, anche se non è quella in assoluto più calda. Inarrivabili qui in pianura padana dall'Unità d'Italia ad oggi sono state quelle del 1900, del 1878 e del 1944. Quella del 2003, che tutti ricordiamo, si colloca al quinto posto delle più calde a Milano negli ultimi due secoli.

Torniamo alla bellissima scena familiare della copertina di settantuno anni fa: siamo nell'immediato dopoguerra e l'ultimo dei problemi delle famiglie era sicuramente se e quanto facesse caldo nel mese di luglio. L'illustratore, il grande e indimenticato Walter Molino, ha immaginato una donna impegnata nelle faccende domestiche e non pare certo preoccupata, così come i bambini. Il cane cerca un po' di refrigerio sul pavimento e invece l'uomo, come sempre, è quello che meno riesce a sopportare...

Proporrò qualche altra curiosità storica nei prossimi giorni per mostrare come capitava decisamente anche di peggio, ma c'era senza dubbio un altro approccio alle cose, decisamente più rispettoso e meno urlato. E soprattutto senza alcuna propaganda o ideologia che attribuiva la colpa di ogni cosa che accadeva all'uomo e alle sue attività, insinuando in ciascuno di noi un senso di colpa che non ha alcuna ragione scientifica di esistere.

Un conto è, giustamente, studiare nuove forme di energia e di progresso sostenibili, per tutelare l'ambiente, adottando comportamenti sempre più rispettosi del mondo che ci circonda. Un altro è far credere al mondo intero che le nostre azioni possano influenzare l'andamento delle temperature e il clima: nel 2023 questa falsità ideologica e questa mistificazione della realtà è fuorviante e inaccettabile.

Buon proseguimento di giornata.
Marcello Mazzoleni



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Oggi voglio proporre ancora riflessione, non l'ultima, sul cosiddetto "cambiamento climatico". Libero ognuno di credere a ciò che vuole, io preferisco documentarmi leggendo di tutto un po'.

Ringrazio Marcello Mazzoleni per aver concesso la condivisione del suo pensiero.

Anna Arietti

"Quaranta all'ombra! Eccezionali giornate di caldo hanno afflitto vaste zone dell'Europa e specialmente la Francia, l'Italia, la Svizzera e la Germania. Nella pianura padana si sono avute punte massime raramente registrate: 40 gradi all'ombra a Novara e 42 a Reggio Emilia".

Così troviamo scritto sulla copertina de "La Domenica del Corriere" del 13 luglio 1952. La prima decade di luglio di quell'anno fu in effetti eccezionalmente calda su tutta la Penisola e anche qui al nord. Quelle sì che erano state temperature davvero straordinarie per le nostre zone, non certo quelle delle fasi calde attuali che ci vengono spacciate per eccezionali, quando invece rientrano generalmente in una sola deviazione standard dalla media. Perché, giova ricordarlo, non si può parlare di medie, che sono valori di sintesi, senza associare la loro normale variabilità a seconda delle diverse condizioni del tempo, rappresentata appunto dalla deviazione standard. Non a caso nelle "regole del gioco" che pubblico all'inizio di ogni mese la specifico sempre.
L'estate del 1952 è stata una delle più calde e asciutte della storia recente, anche se non è quella in assoluto più calda. Inarrivabili qui in pianura padana dall'Unità d'Italia ad oggi sono state quelle del 1900, del 1878 e del 1944. Quella del 2003, che tutti ricordiamo, si colloca al quinto posto delle più calde a Milano negli ultimi due secoli.
Torniamo alla bellissima scena familiare della copertina di settantuno anni fa: siamo nell'immediato dopoguerra e l'ultimo dei problemi delle famiglie era sicuramente se e quanto facesse caldo nel mese di luglio. L'illustratore, il grande e indimenticato Walter Molino, ha immaginato una donna impegnata nelle faccende domestiche e non pare certo preoccupata, così come i bambini. Il cane cerca un po' di refrigerio sul pavimento e invece l'uomo, come sempre, è quello che meno riesce a sopportare...
Proporrò qualche altra curiosità storica nei prossimi giorni per mostrare come capitava decisamente anche di peggio, ma c'era senza dubbio un altro approccio alle cose, decisamente più rispettoso e meno urlato. E soprattutto senza alcuna propaganda o ideologia che attribuiva la colpa di ogni cosa che accadeva all'uomo e alle sue attività, insinuando in ciascuno di noi un senso di colpa che non ha alcuna ragione scientifica di esistere.
Un conto è, giustamente, studiare nuove forme di energia e di progresso sostenibili, per tutelare l'ambiente, adottando comportamenti sempre più rispettosi del mondo che ci circonda. Un altro è far credere al mondo intero che le nostre azioni possano influenzare l'andamento delle temperature e il clima: nel 2023 questa falsità ideologica e questa mistificazione della realtà è fuorviante e inaccettabile.
Buon proseguimento di giornata.


Marcello Mazzoleni

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