sabato 3 settembre 2022

Piedicavallo, il culto valdese in piemontese


Sono in corso le ultime prove dei musicisti del Gruppo musicale "Morzano" che accompagnerà il culto proposto in lingua piemontese, almeno per quanto riguarda la predica, quando entro nella piccola Chiesa Evangelica Valdese a Piedicavallo, l'ultima domenica di agosto.

A presiedere l'assemblea, dietro al leggio, è Pietro Magliola, anche presidente del consiglio di Chiesa di Biella e di Piedicavallo. Intanto, la nuova pastora delle Chiese Valdesi di Biella e di Chivasso, Joylin Galapon, siede fra i membri della comunità che partecipano. 

La liturgia inizia con il salmo, poi con una preghiera, la confessione di peccato e la lettura della Scrittura, a cura di Marvi Revelli e della pastora stessa. Segue la predicazione in lingua piemontese, che riprendo in italiano per favorire la comprensione. 

In un passaggio Magliola dice: "Non ci piace l’idea che ci sia un tempo in cui si possa odiare o fare la guerra. Vorremmo bandire guerra e odio dalla nostra vita, non dare loro spazio. Questo testo (da "L'Ecclesiaste", ndr) invece ci ricorda che nella vita dell’uomo ci sono dei momenti in cui c’è spazio anche per cose che normalmente aborriamo. Anche qui ci troviamo di fronte a un’affermazione che è su un piano diverso rispetto all’etica, un piano, per così dire, terra terra. Non ci invita a fare la guerra o a odiare, ma ci mette davanti al fatto che, in determinati momenti, non ci si può sottrarre a guerra e odio. A rischiarare questo quadro fosco contribuisce l’antitesi proposta, di amore/odio e guerra/pace. Se c’è un tempo per la guerra e un tempo per l’odio, c’è anche un tempo per la pace e un tempo per l’amore!". 

Il culto prosegue con la confessione di fede, la preghiera d'intercessione, la recita del "Padre nostro", che riporto, e la benedizione.

"Pare nòstr,
ch'it ses ant ij Ceej,
ch'a sia onorà tò nom.
Ch'a ven-a tò regn,
ch'as fasa tòa volontà
come 'n cel parej an tèra.
Dane ancheuj nòst pan cotidian.
E përdon-ne ij nòstri dèbit, coma noi i-j përdonoma ai nòstri debitor. 
E fane nen droché an tentassion, ma liber-ne da la mal. Përché a l'é a Ti ch'a aparten-o ël regn, e la potensa, e la glòria për sèmper".

Fra i banchi in chiesa incontro Massimiliano Zegna, con la moglie Anna Piovesan. Lei ha curato la pubblicazione di "
Le pietre della libertà" sulla cultura valdese, lui è giornalista e membro del consiglio di Chiesa, già predicatore, che mi lascia un commento: "Magliola ha scelto un passo della Scrittura amato da Gustavo Buratti, tratto dalla Bibbia, nel libro dell'Ecclesiaste. Si dice che c'è un tempo per la guerra e tempo per la pace. Spero che la pace sia sempre più vicina ovunque. Il nostro dio, il dio di tutti i credenti, la vuole nel mondo e anch'io ci credo".

Il pomeriggio si conclude in musica. Il maestro Massimo Barberis dirige brani di autori contemporanei, una scelta che può apparire ardita, ma che in realtà coinvolge. Noto i piedi intorno a me che si muovono battendo il ritmo. Apprezzo la presentazione di ogni autore a cura di Roberta Novello, che li valorizza, e l'espressione del direttore, che sente la musica, che sorride e subito s'incupisce, che vive il brano e lo fa vivere anche a me.

Mi ritrovo fra spiritualità e musica, tradizione e cultura, come a ricordarmi una volta in più quanto sia gradevole il vivere insieme, che a prescindere dalle credenze, il percorso è uno soltanto. 

Anna Arietti

Seguono un breve video con alcuni passaggi del culto e del concerto, il testo della predicazione in italiano, gentilmente concesso in versione integrale e che è stato letto in lingua piemontese, la scaletta proposta dal Gruppo musicale "Morzano" con i nomi degli artisti e la copertina del libro dedicato alla storia del culto.

Chiunque desideri copiare fotografie e testi da questa pagina è pregato di citare la fonte www.baffidigatto.com e Anna Arietti, in quanto a monte c'è un grande impegno di valorizzazione portato avanti soltanto con la passione! Grazie.

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Per informazioni scrivere ad anna.arietti@gmail.com

Se il video non fosse visibile sul blog, si può fare riferimento al collegamento su YouTube:




La predicazione di Pietro Magliola.

"Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni faccenda sotto il cielo: un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per la guerra e un tempo per la pace. (Ecclesiaste 3,1.8). 
Da sei mesi sentiamo parlare ogni giorno di guerra. Al di là di quello che ciascuno può pensare della guerra, al di là anche dell’etica e della morale, cosa dice la Bibbia della guerra? Poco, in realtà. La guerra occupa un grande spazio, soprattutto nell’antico testamento, e l’unico discrimine che viene fatto è tra la guerra di Yahwe, cioè approvata, addirittura voluta da Dio, che porta vittoria e salvezza ad Israele, e guerra umana, che invece finisce in maniera catastrofica per Israele.
Dio si serve della guerra sia per liberare Israele, sia per condurre a compimento il suo giudizio su Israele stesso. 
Nel nuovo testamento il tema della guerra è praticamente assente, per cui è discutibile, dal punto di vista strettamente letterale, promuovere Gesù a maestro di pacifismo.
Ripeto: il discorso qui prescinde totalmente da morale ed etica.
Il brano dell’Ecclesiaste che abbiamo appena ascoltato, in realtà due versetti del capitolo 3, il primo e l’ottavo, ci propongono una lettura interessante sul tema della guerra.
Innanzitutto, la guerra (e la pace), così come l’amore e l’odio, vengono assegnati alla sfera terrestre: sono “faccende sotto il cielo”. Non si tratta quindi né di giudizio divino sul mondo, né di castigo, e neppure di espressione del male assoluto.
Guerra e pace, odio e amore fanno parte della vita dell’uomo, e sono tutte possibilità a disposizione dell’umanità. Che pace e amore siano preferibili, è un altro discorso. 
L’Ecclesiaste può piacere o non piacere, può essere considerato un capolavoro di saggezza o essere considerato un insieme di banalità. Rimane comunque un libro molto terreno, molto vicino all’umanità.
Per amore e odio, per guerra e pace, c’è il suo tempo. Anche questa affermazione può dare fastidio. Non ci piace l’idea che ci sia un tempo in cui si possa odiare o fare la guerra.
Vorremmo bandire guerra e odio dalla nostra vita, non dare loro spazio.
Questo testo invece ci ricorda che nella vita dell’uomo ci sono dei momenti in cui c’è spazio anche per cose normalmente aborriamo. 
Anche qui ci troviamo di fronte ad un’affermazione che è su un piano diverso rispetto all’etica, un piano, per così dire, terra terra. Non ci invita a fare la guerra o ad odiare, ma ci mette davanti al fatto che, in determinati momenti, non ci si può sottrarre a guerra e odio. 
A rischiarare questo quadro fosco contribuisce l’antitesi proposta, di amore/odio e guerra/pace. 
Se c’è un tempo per la guerra e un tempo per l’odio, c’è anche un tempo per la pace e un tempo per l’amore! 
È interessante, e a suo modo consolante, l’andamento quasi ciclico delle affermazioni dell’Ecclesiaste. Un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Con un po’ di fantasia, potremmo leggere qui la storia dell’umanità. Si comincia con l’amore. Sentimento stupendo, creatore di vita, che però può non durare per sempre. E talvolta può trasformarsi nel suo opposto, l’odio. L’odio che distrugge la vita che l’amore aveva creato, e che porta alla guerra, massimo simbolo della distruzione e della morte. Ma, pare dire l’Ecclesiaste, la guerra non ha l’ultima parola. Dopo il tempo della guerra, c’è il tempo della pace. Magari non ritorna l’amore, ma non vi è neppure più l’odio.
Forziamo, non poco, lo riconosco, la lettera: perché non vedere qui la storia della salvezza? Dal paradiso terrestre al peccato, e fino alla riconciliazione per mezzo di Cristo e all’avvento del Regno di Dio. 
Probabilmente non è una lettura corretta dal punto di vista esegetico, però l’Ecclesiaste ha questa idea di fondo, che può supportare la lettura che abbiamo fatto: Dio ha, in ogni caso, il controllo della storia. E questo deve confortarci, sempre. Come possiamo constatare giornalmente, amore e odio, guerra e pace convivono nel nostro tempo, come hanno convissuto in passato e come conviveranno in futuro. Il tempo della guerra e il tempo della pace si incrociano, così come l’odio e l’amore. Rimane il richiamo finale dell’Ecclesiaste: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è tutto per l’uomo. Dio infatti farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è occulto, sia bene, sia male".

I musicisti.

Roberta Novello, sax soprano e sax contralto.
Roberto Lacchia, tromba e flicorno soprano.
Maria Tomasoni, clarinetto.
Alessio Oliva, sax contralto.
Alberto Cadorna, euphonium.
Paolo Perrier, bassotuba.
Cristiano Gaida, batteria.
Federico Berigliano, percussioni.
Vito Oliva, percussioni.
Conduce il maestro Massimo Barberis.

La scaletta.

Culto. Preludio - Te Deum - M.A. charpentier
Inno  numero 56, Inno numero 184, Inno numero 169, Interludio - argo, da "Xerse", Inno numer 37, Inno numero 218, Amen cantato Inno 236, Postludio-Wachet Auf! 

Intrattenimento. Modugno forever arr. G. Gazzani, Zeromania arr. S. Scaltritti, De Andrè for band arr. F. Arrigoni, SuperNomadi arr. D. Furlano, Bis finale da "Fantasia Piemontese" arr. G. Tondella.


Il libro.

"Le pietre della libertà - 1895-2005, frammenti di storia dei Valdesi a Piedicavallo e nel Biellese" di cui Anna Piovesan ha curato la pubblicazione che riporta interventi di Marvi RevelliTavo Burat, Eugenio Bernardini e Davide Bazzini.



"La Gerla dal Bieléis"
 La Provincia di Biella.it
Ringraziamo Sabina Pastorello per l'ospitalità.


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1 commento:

  1. Grazie di cuore Anna per queste belle parole a nome mio e del gruppo MORZANO.

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