Cammino per Sagliano Micca, Sajan nel dialetto locale, millecinquecento abitanti e un pugno di case perlopiù antiche, vicine le une alle altre, situato all'inizio della Valle Cervo.
Meta potrebbe essere la visita alla casa di Pietro Micca, ricordato per l'episodio di eroismo durante l'assedio francese del 1706. La cronaca narra che non esitò ad accendere una miccia esplosiva, rimettendoci la vita, pur di ostruire il passaggio al nemico.
Potrei essere qui anche per le frazioni sparse sui pendii, boschi fitti in cui sorgono Oneglie, Code Inferiore e Superiore, Falletti e località Passobreve. Invece no.
Mi muovo sui cubetti che ricoprono via Roma, perché penso al destino dei piccoli paesi e a camminarci in mezzo spero di trovare risposte.
Su tutto sento i miei passi e lo scroscio dell'acqua di due fontane. Incontro tre persone, un anziano con la canna che mi saluta gentile, due donne, forse madre e figlia, e due bambini che corrono veloci in bici ridendo forte.
Per il resto sfioro case, da cui provengono pochi segni di vita, giusto una donna che ramazza.
Le serrande abbassate con la ruggine sono un segno del declino, anche a parere di un uomo con cui mi fermo a parlare. "Io la porta dei piccoli negozi la vado ad aprire, anche soltanto per prendere il pane - mi dice -, perché un giorno, quando non sarò più in grado di guidare, mi farà piacere avere il servizio, ma i giovani non ci pensano. La spesa la fanno altrove. In paese - aggiunge ancora - ci sono quattro caffè, questo ci rimane".
A respirare l'odore di muffa fra i vecchi portoni, mi rendo conto che nessun progetto imposto potrà riportare la vita nei piccoli centri. Saranno la bellezza di una scorribanda in bici senza pericoli e la possibilità di passeggiare nel vicino bosco a fare la differenza, quando ne riconosceremo il valore.
Anna Arietti
(testo e immagini)
Collegamento al video, se non fosse visibile su smartphone: https://youtu.be/CXtW3Jev89U
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