Potrebbe entrare a far parte dei primi dieci alberi più strani e incredibili del mondo, ma per il momento l'unica fantasia che accende è quella dei Cossatesi, in provincia di Biella (Piemonte).
È un platano dalle dimensioni ragguardevoli, ci vogliono più persone per abbracciare l'intera circonferenza, ma non è questa la caratteristica che lo rende curioso.
L'artista è madre natura e la base del fusto ricorda il muso di un animale, potrebbe trattarsi di un tricheco, ma anche di molto altro.
La creatività si scatena. C'è chi dice che assomigli a un polipo, ma c'è anche chi prende le distanze, ritenendolo "inquietante". Qualcuno ci vede il naso di un ippopotamo, altri di un calamaro, forse per la forma dei rami che assomigliano a dei tentacoli. Certe volte ricorda il musetto di un coniglio. In città, in genere, lo chiamano "naso di mucca" e in effetti, a osservarlo, è riconoscibile il naso di un bovino, animale diffuso sul territorio biellese. Ma ci sarebbero anche coloro che collegano le narici dell'albero ad un'antica leggenda, secondo la quale un orso, altro animale anticamente presente sul territorio, assunse le sembianze della pianta per scampare alle grinfie di un drago.
Una vicenda che ci rimanda alle stregua della Nessie scozzese, che da decenni ammalia circa un milione di turisti ogni anno, il che non guasterebbe neanche a Cossato.
Gian Piero, 85 anni, aggiunge: "È il nostro albero. Quando avevamo 10 anni, giocavamo agli indiani e alla guerra. Era l'albero vedetta, si saliva sopra per vedere se arrivavano i nemici. Bei tempi, e poi facevamo il bagno nudi nella Strona (l'ho sempre chiamata al femminile)".
Il fenomeno di identificare qualcosa di familiare nella forma di un albero trova una spiegazione scientifica e si chiama pareidolia. È una sorta di illusione della nostra subcoscienza, riconducibile probabilmente alla necessità preistoriche di rintracciare un possibile predatore in natura.
L'albero di Cossato, la cui notorietà è in crescita, si trova in piazza Croce rossa, a ridosso del giardino di Villa Ranzoni.
Anna Arietti
Anna Arietti
L'articolo è stato scritto per "La Nuova Provincia di Biella" - 26 maggio 2021
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