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giovedì 15 aprile 2021

Il futuro non (si) chiude


di Anna Arietti

La commozione arriva, eccome, dalla piccola folla che si è radunata martedì 13 aprile a Vercelli, in corso Garibaldi. La manifestazione "Il futuro non (si) chiude" coinvolge tutte le imprese e gli operatori del commercio, del turismo e dei servizi, colpiti dalle restrizioni imposte dal Governo per la pandemia ed è promossa da Fipe - Ascom Confcommercio. Nello stesso momento scendono in piazza anche a Roma. È una protesta ordinata, decisa. Dignitosa.

Sul palco vercellese si alternano il presidente provinciale Fipe Federazione italiana pubblici esercizi Giuseppe Saggia, il presidente Ascom Antonio Bisceglia, e a seguire i rappresentanti di tutti i settori, anche della cultura. Tutti evidenziano come, dopo mesi di incertezze, non ci sia ancora una programmazione governativa. Un vuoto che pesa a livello economico e mentale. Un vuoto che non è più sostenibile.

Si chiede alla politica un impegno preciso: una data della ripartenza, un piano per farlo e i necessari sostegni in termini di contributi, sgravi sulle imposte, finanziamenti e rapporti chiari con le banche.

A prendere la parola è anche la referente Ascom di Gattinara Lucia Crosa, operativa nel settore del turismo: "Siamo rimasti fermi per tutto il 2020 e abbiamo annullato anche parte del lavoro del 2019. Siamo nel 2021 e non abbiamo una certezza. Molte delle nostre attività sono gestite a livello famigliare. Il nostro settore riflette il 13% del Pil nazionale, ce lo ripetono spesso i signori di Roma, ma sembra che non serva a niente. Ci hanno permesso di organizzare viaggi per Pasqua all'estero e intanto si doveva fare il tampone prima, dopo e durante e poi hanno bloccato di nuovo tutto, quindi è andata bene a chi non ha prenotato, mettiamola così. Abbiamo speso denaro di tasca nostra per adeguare i nostri negozi, per metterli in sicurezza e poi hanno chiuso ancora. Siamo letteralmente stufi. Questi piccoli sostegni che ci vengono dati servono soltanto per fare la spesa di casa, per pagare le imposte e le tasse. Abbiamo bisogno che i nostri governanti capiscano che il commercio è fatto di famiglie. Il turismo permette di far lavorare moltissime attività di comparti diversi e siamo molto più sicuri dell'apertura di un supermercato. L'assembramento da noi purtroppo non c'è. Attendiamo quindi di conoscere la data di riapertura per lavorare, per poter viaggiare, quantomeno in Italia".

Riaprire le attività, tornare a vivere si può, basta osservare distanziamenti e protocolli, già anche assecondati con investimenti da parte degli esercenti sin dalle prime restrizioni.

Ad aprire, ad accompagnare e a chiudere la manifestazione ci sono tre musicisti, giovani, che non stanno nella pelle per esibirsi. Una gioia sentirli, ancora di più osservarli. Sono elettrizzati. Anche loro fanno sentire con le note il bisogno di riprendere l'attività. La vita.

Quello che più spiace è veder contare sull'adesione di un centinaio di persone appena, mentre tutto il resto della città ruota intorno come se nulla fosse, come se quell'essere lì non riguardasse tutti.

Anna Arietti
(testo e immagini)

Durata video 1 minuto e 10 secondi

Collegamento al video, se non fosse visibile su smartphone:
             https://youtu.be/zRakku58fKc  


       
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