Un giorno di luglio mi trovavo lì a passeggiare. Il lago era sfiorato dai raggi del sole, mosso da piccole onde luccicanti su cui una famiglia di anatroccoli si cullava, suscitando in me un po' di invidia: avrei voluto provare anch'io quel dondolio, lasciandomi trasportare.
Nella piazzetta, dinnanzi al molo, alcuni gatti attraversavano furtivi, sparendo dietro ai cespugli al mio tentavo di avvicinarli. Due genitori erano intenti a tenere a bada i figli piccoli, attratti dall'acqua. Nulla lasciava presagire quanto sarebbe accaduto da lì a poco.
Dalla panca ascoltavo le onde frangersi sempre più forte man mano che il traghetto di linea si avvicinava all'attracco. Alcuni gabbiani volavano come se seguissero una traiettoria precisa. Furono loro a portare i miei occhi verso il cielo, a farmi notare delle nuvole scure. Nuvole che in breve si addensarono, sollecitando la forza del vento, e me a cercare un riparo.
Allungando il passo, raggiunsi un bar, con i goccioloni di pioggia che mi battevano sulla pelle. Giusto il tempo di concordare un tè, che la superficie del lago si increspò tutta. Lampi e tuoni esplosero e scese persino qualche chicco di grandine. L'impeto arrivò sui tavoli, sulle sedie e sui teneri petali bianchi delle surfinie. Pensai agli anatroccoli al riparo da qualche parte e a come la natura sappia gestirsi.
La tazza del tè mi scaldava ancora le mani, quando nel cielo comparvero fra nuvole bianche sprazzi di azzurro. Piovigginava piano, quando due cigni bianchi convennero che potevano tornare sul lago. Anch'io ripresi la strada di casa, fra due ali di vapore che si sollevavano dall'asfalto caldo, creando un effetto particolare, come se si stesse esaurendo una magia dalla bellezza spirituale unica.
Anna Arietti
(testo e immagini)
Le immagini risalgono al mese di luglio 2020.
Durata video 1 minuto e 33 secondi.
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