Scopro John Muir leggendo l'ennesimo testo sulla montagna ed è subito attrazione per la sua capacità di rendere le parole efficaci, di farle arrivare al cuore.
John Muir è tante cose: botanico, inventore, alpinista, geologo, agricoltore ed esploratore. Per definirlo con un termine dei giorni nostri, è un ambientalista, scozzese naturalizzato americano (Dunbar 1838 - Los Angeles 1914). Chiaramente è anche scrittore e, aggiungo io, poeta. È una penna che Caterina Bernardini, traduttrice dei suoi scritti in "Andare in montagna è tornare a casa", definisce "stramba" e desueta, ma che va mantenuta intatta proprio per l'originalità.
Il racconto fluisce spontaneo, sgorga come l'acqua dei torrenti che percorre nei viaggi alla scoperta della natura selvaggia. Le sue avventure si svolgono perlopiù negli Stati Uniti, una terra lontana in cui Muir scorge comunque legami che lo riconnettono al Paese d'origine. Intuizioni che trasporta sulla carta con similitudini che facilitano la comprensione e con sentimento poetico.
Muir si approccia alla natura considerando benevolo ogni elemento del bosco e del cielo. Una tempesta, che vive in prima persona nel bosco, viene da lui definita "perfezione gloriosa - glorious perfection". La riflessione è ancora innovativa anche per i lettori di oggi. Lo scritto si trova in "Le montagne della California".
Il suo fidarsi della natura va oltre la suggestione. Chiede di non condannare la violenza che si scatena nella selva, neanche quando appare catastrofica. Tutto ciò che noi viviamo come una distruzione, per il bosco è una rinascita.
In "La vita e le lettere di John Muir" riferisce della scoperta di un fiore di Calypso Borealis, un'orchidea rara: "Mi sono seduto accanto e ho pianto di gioia - I sat down beside it and fairly cried for joy -". Le dimostra rispetto, affetto. Le assegna un potere emotivo che cura persino i suoi malesseri. Un'ammissione di purezza.
Gli appunti aderiscono alla volontà di madre natura. Muir è un interprete autentico; è come se possedesse una comprensione primordiale del suo linguaggio.
Anna Arietti
"C'è amore per la natura selvaggia in ognuno di noi, un amore materno antico che si mostra riconosciuto o no, e comunque celato da preoccupazioni e doveri".
"There is a love of wild nature in everybody, an ancient mother-love showing itself whether recognised or no, and however covered by cares and duties". John Muir
Fonti:
- https://vault.sierraclub.org/john_muir_exhibit/
- https://www.jmbt.org.uk
- Andare in montagna è tornare a casa - John Muir di Piano B Edizioni
Per informazioni o segnalazioni potete scrivere a cartabiancamedia@gmail.com
Una bellissima scoperta, questo scrittore ambientalista!
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