Arrivando dalla provinciale 109, ad accogliermi a Lenta è un carro armato, un Leopard schierato ai tempi della Guerra Fredda, la cui posa è finalizzata al decoro urbano, come leggo nella targa apposta dall'amministrazione comunale. È un cimelio donato dall'esercito del comprensorio militare "A. Vidoletti", situato nelle vicinanze, uno dei depositi di mezzi cingolati e corazzati più vasti: custodisce circa 2300 mezzi non più operativi e destinati alla demolizione. Un luogo impressionante, raccontato da Alberto Angela in una puntata di Superquark del 2015 e di cui scrisse sui social: “Abbiamo voluto documentare qualcosa che scomparirà: in futuro saranno solo immagini d'archivio per le prossime generazioni. Immagini legate a scenari che tutti ci auguriamo non si ripetano più".
Oltre il cimitero, noto qualcosa vicino al mio sentire: un edificio in stile romanico rimaneggiato di età paleocristiana edificato su un abitato tardo romano. È la pieve di Santo Stefano, a due navate e con due absidi. Ci giro intorno più volte; meriterebbe il ritorno del divulgatore scientifico.
Il cielo limpido e la temperatura frizzante dell'autunno esaltano la bellezza del massiccio innevato del Monte Rosa che spicca in lontananza.
Lenta conta meno di mille residenti. Vanta un castello risalente al 1100, legato alle vicende del monastero delle Benedettine a cui apparteneva, oggi di proprietà comunale, e un recetto in parte abitato, protetti entrambi da un'area pedonale. Percorro le vie strette in cui la luce gioca effetti speciali e mi soffermo nella piazzetta Della Parrocchia su cui si affaccia la chiesa di San Pietro Apostolo del 1600 e altri due oratori che conferiscono sontuosità. Proseguendo dove la strada si apre al paese, s'innalza un palazzo grigio che un tempo ospitava il teatro; oggi è bar. Sempre un luogo d'incontro.
Ci sono servizi, dalla banca alla farmacia, ai negozi di generi alimentari e un ristorante storico, dall'aspetto esterno anonimo, ma rinomato sul territorio, segnalato come "dal Conti", i cui piatti raccontati abbondanti e saporiti appartengono alla tradizione piemontese.
Le persone si muovono in bicicletta. Lenta si trova in Piemonte, ai margini settentrionali della Pianura Padana, nell'area della Riserva naturale delle Baragge. Da un lato i terreni sono coltivati a risaia, dall'altro scorre il fiume Sesia, lungo il quale si può passeggiare.
Le vie sono costeggiate da case spesso contigue, dalle quali arrivano profumi che portano nel mondo di Bacco. Essendo ora di pranzo non incontro più nessuno per strada e le campane suonano a lungo. Per raccogliere altre informazioni, fermo un'auto: alla guida trovo una ragazza gentile e disponibile.
Aggiungo un mio sentire: ai balconi, alle finestre, sono appesi cartelli che dicono: "No alla fusione". A breve si terrà il referendum consultivo con cui si potrà o meno favorire il passaggio delle competenze amministrative al vicino comune di Gattinara. Sono segni, senza entrare nella questione, che gettano ombre. Lenta è un gioiello da ammirare con gli occhi del turista, per farne un patrimonio.
Anna Arietti
(testo e immagini)
Collegamento al video, se non fosse visibile su smartphone: https://youtu.be/FM5Pv7g24hQ
I diritti relativi ai testi, alle fotografie e ai video presenti in questo portale, ove non diversamente indicato, sono di proprietà di chi collabora con noi e degli autori stessi.
L’utilizzo di piccole parti è concesso a condizione che venga sempre citata la fonte, nome e cognome dell’autore e questo sito web. Siamo grati a coloro che ce ne daranno comunicazione.
Per informazioni o segnalazioni potete scrivere a cartabiancamedia(at)gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento