Ad Avigliana ci arrivo ingenuamente, per l'attrattiva dei laghi e per l'omonimo parco, ma appena entro in città, noto ovunque cartelli marroni che segnalano punti di interesse storico.
Fra una rotonda e un semaforo, parcheggio e reimposto la visita partendo dal centro. Da via Garibaldi imbocco la strada che sale verso la Porta di San Giovanni e alle omonime piazzetta e chiesa, il cui ultimo tratto è a gradini, mentre, come scoprirò al ritorno, percorrendo via Mazzini, svoltando al bivio a sinistra su via Umberto I, la strada è lineare, in ciottoli.
È un camminare lento che sollecita l'occhio per l'architettura degli edifici e per le indicazioni descrittive.
La prima a stagliare l'azzurro del cielo è la Torre dell'Orologio del 1300 di forma ottagonale, con decorazioni in cotto - che di fatto è senza orologio, anzi, non c'è più -.
Quando raggiungo la chiesa parrocchiale dei Santi Giovanni e Pietro del 1200, la facciata, con le loro statue, è avvalorata dai raggi del sole che cadono perpendicolari. È qui che incontro le prime due turiste, meno in incognito di me, con cappellini colorati e grandi macchine fotografiche appese al collo.
Proseguendo su via Umberto I, sono possenti le colonne in pietra scolpita. La strada è stretta e un flusso di auto mi costringe a prestare più attenzione a loro (francamente, almeno nel fine settimana, si potrebbe rendere la via pedonale). Poco oltre, arrivo in piazza Conte Rosso, sede del municipio e, fin dall'antichità, del mercato.
La strada sale ancora, diventa via Porta Ferrata costeggiando residenze interessanti. Da piazzetta Santa Maria il panorama si estende sull'anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana, in cui scorre la Dora Riparia. Informazione che apprendo accodandomi per qualche minuto a una comitiva con guida.
Al ritorno penso di essermi guadagnata una sosta nei locali in piazza. Uno in particolare sembra chiamarmi: al tavolo mi propongono un tè nero al gelsomino, un "blooming tea" che in otto minuti "fiorisce" nella teiera in vetro, davanti ai miei occhi.
Raggiungo il Lago Grande soltanto a tramonto inoltrato. Non c'è più tempo per una passeggiata. Dal promontorio della chiesa della Madonna dei Laghi, lo specchio d'acqua è riposante. Ne delineo il perimetro, le barche ormeggiate e le chiome degli alberi dai colori pallidi. Nel cielo volteggia uno stormo di rumorose taccole, piccoli corvidi che solitamente nidificano intorno ai campanili e alle torri. Ancora seguendo la SP 589 potrei raggiungere il Lago Piccolo.
È un giorno d'ottobre. L'imbrunire incede. Le voci si diradano. Mi accompagna ancora uno stormo d'uccelli; questa volta direi corvi. Non distanti si trovano l'Abbazia Sacra di San Michele, la Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso e la Villa Romana di Almese, ma queste saranno altre storie, altri viaggi.
Anna Arietti
(testo e immagini)
Durata video: 2 minuti e 21 secondi
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