#andarperborghi - Valle Elvo

La Valle Elvo, situata in Alto Piemonte, dalla collina all'alta montagna, è costellata di piccoli paesi, case, cascine, pascoli, boschi e alpeggi. Guida d'eccezione è l'amica Paola.

A Graglia imbocchiamo una via laterale che apre a un mondo in equilibrio fra ieri e oggi, fra ricordi e stimoli. Soltanto l'incontro con un serpente ferito fredda il tempo. Ci lascia attonite.

La strada sale, passa accanto ad abitazioni ristrutturate con spirito di conservazione. Alcuni prati freschi di taglio portano nelle narici profumi deliziosi e starnuti.

Incontriamo un sentiero, ancora in salita, che si addentra nel bosco: "Qui andavo a funghi e, secondo stagione, ci raccoglievo noci, nocciole, pere e mele". Poco oltre, il racconto si lega al ricordo un tasso morto che dovette seppellire.

Mi indica la casa in cui visse da bambina. La sensazione è quella di un piacevole ritorno. Accanto zampilla la fontana da cui prendeva l'acqua da portare in tavola, mentre il Giuan dla Miglia, novantenne tanto saggio quanto burlone, diceva che andava a berci la grappa.

Altri prati accompagnano lo sguardo al complesso del Santuario mariano e alla vetta del monte Mucrone con i suoi oltre 2.300 metri di altitudine.

Passiamo vicino alla casa della zia Francesca e ritornano alla mente le serate estive trascorse con papà Vico, che di mestiere faceva il ciulin, attività di selciatore per cui i gragliesi sono noti, e che suonava al clarin in compagnia dei vicini, al Giuan dla Güsta e al Tiglio. Mamma Denise invece gestiva una bottega di generi alimentari.

Paola aggrotta le sopracciglia soltanto quando racconta delle domeniche passate a fare fieno, invece di poter uscire con le amiche.

I ricordi sono il riflesso del vissuto e talvolta accade di confonderli, di deformarli. Ma non oggi. L'escursione mi porta a un'esperienza colma di sentimento che dà pace, come se avessi scoperto qualcosa di essenziale, di assoluto, che tengo con me come un dono.

Anna Arietti, testo e immagini

Paola Buscaglione, voce narrante

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