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lunedì 18 maggio 2020

#andarperborghi - Masserano


In serata è prevista pioggia, ma a camminare non rinunciamo. A noi basta fare un giretto nel bosco per ritrovarci nella foresta selvaggia, fra ruscelli impervi, gonfi d'acqua, alberi abbattuti dal temporale infuriato nella notte, muschi e arbusti lussureggianti, in cui tentiamo di zittirci all'improvviso per captare il suono soprannaturale che non identifichiamo e che, mannaggia, non si ripete.

Seguiamo il sentiero ai margini della borgata, più luminoso, costeggiato dagli alberi da un lato e da un muro di cinta dall'altro, e finiamo sull'asfalto. 

La strada che porta fra le case è costellata da muri antichi, grezzi, da scale e scalini che s'intrecciano, da archi e volte in muratura di mattoni a facciavista, da fienili, da cortili deserti e da affreschi scrostati dirimpettai al bosco. È il paesaggio antropico che sogniamo e che altrettanto facilmente abbandoniamo.

Ci narrano storie e ci mostrano con un guizzo di orgoglio il vecchio torchio coperto da un telo trasandato, accanto al lavatoio. 

Ritornando sulla via, all'asfalto, ricompaiono segni di vita ruspante, godereccia: dal gatto dedito alle proprie pulizie, all'aia con gallo e galline, al cane che ci scruta da dietro la siepe. La vitalità ritorna anche nella scritta apposta a mano su di un cartone di fortuna, appeso a un cancello, su cui leggiamo: "Qui uova fresche".

I giri brevi, prima della pioggia, portano a scoprire nel dettaglio, nel piccolo. Sono passaggi che magari non apprezziamo nell'immediato, ma che poi, una volta a casa, al sicuro, all'asciutto, riguardando gli scatti fotografici, scopriamo il volto di un mondo che scontato non è. Ha soltanto un difetto: è sempre sotto il nostro sguardo. E allora è come se non ci fosse. Gli sfrecciamo accanto guardando alle mete dei sogni, quando forse l'unico sogno possibile è qui.

Anna Arietti, testo e immagini
baffidigatto. com, montaggio video


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