Trascorriamo il pomeriggio a camminare per le vie del borgo di Orta. Una passeggiata tranquilla alla portata di tutti. Ci predisponiamo soltanto all'ascolto.
Ci lasciamo ispirare dall'albero secolare di un giardino, notato attraverso una cancellata in ferro battuto. E a finire tra le fauci di un'insegna: "Attenzione. Cani mordaci in libertà", che catalizza per un po'.
Ci immaginiamo a danzare sotto al porticato di una dimora rinascimentale abbandonata. E apprendiamo che in paese vi aveva soggiornato Friedrich Nietzsche, della cui permanenza troviamo riscontro documentato, ma non l'epigrafe.
Rimaniamo sorprese dai cortiletti sobri con il pergolato e la panchina, e dal gatto che sbuca all'improvviso e si strofina fra le gambe, prendendosi carezze e un pezzo del nostro cuore.
Ascoltiamo lo sciabordio dell'acqua, le onde che si frangono accanto alle cime da ormeggio, che introduce a una inaspettata solitudine. Un invito a respirare in simbiosi con il lago.
È un'esperienza sensoriale che accompagna nel tempo. Vivere va oltre il visitare.
Se poi, come noi, vorrete concedervi una pausa al tramonto del sole*, auguriamo di ritrovarvi fra le mani una tazza di tè caldo al profumo di cioccolato fondente.
Anna Arietti
(testo e immagini)
* l'escursione si è svolta a gennaio
di Honoré de Balzac, da "Les Employés"
di Piero Chiara, da "Il silenzio di Orta"
fonte www(punto).orta.net
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