Viviamo in un ambiente lussuoso, minimalista, senza compiere il benché minimo sforzo fisico. Siamo obesi, talmente cicciuti che non possiamo neppure più camminare. Sediamo su poltrone fluttuanti ipertecnologiche, sulle quali possiamo anche alimentarci e fare attività social, parlando fra di noi attraverso schermi olografici.
La superficie della Terra era ricoperta di immondizia e il livello di inquinamento davvero alto. A sistemare la situazione abbiamo lasciato dei piccoli robot. A giorni dovremmo farci ritorno, ma pare che qualcosa non abbia funzionato, il pianeta è ancora sporco. I robot si sono bloccati tutti, tutti tranne uno: WALL•E.
WALL•E è il titolo di un film d'animazione presentato nel 2008 ed è anche il nome del robot protagonista. Nel lungometraggio gli esseri umani per sopravvivere fuggono a bordo di una astronave gigantesca, l'ambiente sterile di cui scrivo.
Viene da comparare con il cambiamento climatico che incede, con una difficoltosa gestione dei rifiuti, con l'arroganza di certi potenti e di recente con l'arrivo del piccoletto insidioso, il virus influenzale pandemico*.
Senza svelare come finisce la storia, che non si fa, mi piace pensare che non saremo costretti a lasciare la Terra; almeno, non a causa dell'inquinamento. Sapremo rimettere ogni cosa al proprio posto, soprattutto perché tutto ciò mi viene in mente mentre cammino all'aria aperta, su di un prato immenso.
Anna Arietti
(testo e immagini)
(testo e immagini)
* Covid-19, SARS-CoV-2
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