"La chiusura dispiace - dice Adriana -. Soprattutto d'estate ci passa parecchia gente ed è bello. La zona è amata da chi apprezza la campagna. E poi è un ricordo di mio fratello, don Luigi, che aveva trasformato l'area da bosco a parco (1). Le persone di una certa età non sempre hanno voglia di fare il giro più lungo e rinunciano alla visita".
"Per noi il ponte è comodo per arrivare alla chiesetta - aggiunge Rita -. Quando ero piccola, sul finire degli anni Quaranta, passavo di lì tutti i giorni per andare a scuola. Era in legno e un po' più basso. Lo chiamavamo "l'bocc ad Camillo'. Noi bambini ci fermavamo a giocare con le candele di ghiaccio".
Il passaggio è inaccessibile dalla fine di agosto del 2018. A seguito del crollo del ponte Morandi di Genova, il ministero delle Infrastrutture ha disposto la ricognizione delle opere pubbliche, e il sindaco di Brusnengo Fabrizio Bertolino ne ha definito la chiusura con un'ordinanza: "La perizia del tecnico aveva rilevato diverse criticità strutturali - spiega -. E siccome nei giorni successivi al monitoraggio si sarebbe svolto un pellegrinaggio, onde evitare rischi, abbiamo deciso di chiuderlo. Stiamo cercando fondi, bandi regionali a cui aderire per rifarlo. Si tenga conto che la proprietà del ponte appartiene per il 20% a Brusnengo e per 80% a Masserano".
"La parte dolente è il pilone che lo sostiene e che poggia sul territorio di Brusnengo - aggiunge l'amministratore di Masserano Sergio Fantone -. Comprendiamo il valore del ponte, ma ci sono priorità che costringono a fare delle scelte. Sarà certamente un'opera da realizzare in collaborazione".
La pedancola o pedanca (in piemontese "pianca") si trova sul rio Bisingana (locamente nominato al femminile la Bisingana). Su "Brusnengo", testo di don Vittorino Barale, edito da Centro Studi Biellesi 1983, si legge: "Nel 1950 fu costruita l'attuale passerella con putrelle e cemento con la collaborazione della popolazione del quartiere Molino Camillo, del comune di Brusnengo e di Masserano. Fu costruita più a monte, all'altezza del piano stradale tra due spuntoni di roccia". E ancora: "Lungo la strada di Curino, presso l'attuale frazione di Molino Camillo, c'era un sentiero che scendeva presso il greto del torrente Bisingana ove una pianca permetteva il passaggio ai mulini. La gente del Forte portava segala e granoturco a macinare. Serviva molto più a Brusnengo che non la frazione di Rongio. La suddetta pianca era stata posta dalla comunità di Brusnengo in tempi remoti ed era sempre stata riparata dal comune. Ad esempio, il consiglio comunale il 6 luglio 1776: '... constatò essere caduta la pianca o sia trave che inserviva di passaggio sul torrente Bisingana, sito nella regione Molini di Marucchi'. Il comune come al solito lo fece rifare. Era a poca altezza delle acque (...). Un luogo (...) frequentato dalle donne che qui scendevano a lavare la biancheria".
Il Biellese non può permettersi di ripetere errori. Rifare il ponticello sarebbe un segnale di lungimiranza. È iniziare a fare della progettualità un investimento a lungo termine, quello che individua gli sviluppi degli interventi per poi sfruttarne le conseguenze. Per credere davvero, e tutti, che il turismo e le eccellenze connesse possono farsi risorsa. Creare opportunità di lavoro, di vita, che un giorno ripopoleranno le scuole.
Anna Arietti
(testo e immagini)
Ringrazio Sergio Marucchi per la documentazione storica.
(1) Il ponticello con la neve nel post di Enea Grosso
http://www.baffidigatto.com/2016/12/a-masserano-in-un-giorno-di-neve.html
http://www.baffidigatto.com/2016/12/a-masserano-in-un-giorno-di-neve.html
fotografia di Enea Grosso
fotografia di Enea Grosso
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