Il monastero Mandala Samten Ling di Graglia, in Valle Elvo, nel Biellese, avvicina alle cose buone senza dircelo chiaramente. È come se tutto lì appartenesse al luogo da un tempo indefinito, predestinato forse. E pure noi in qualche modo ne siamo parte.
L'incontro si svolge all'inizio di novembre, in una giornata tanto uggiosa da scompigliare il programma. Forse non era neppure attesa tanta partecipazione. Ci ritroviamo in una grande sala. Le sedie non bastano (e la mia idea di sederci sul pavimento non attecchisce). Quando poi la guida spirituale, il venerabile Lama Paljin Tulku Rinpoce, interviene senza microfono, le sue parole raggiungono il lato opposto del locale a singhiozzo. Qualcuno reclama, ma non abbastanza. Dopo una breve introduzione, si appella al cuore degli uomini: "La tecnologia, se per certi versi agevola la vita, per altri ne condiziona il comportamento, accorcia i tempi di riscontro, influenza la qualità delle relazioni in ambito professionale e personale - dice -. Non so se l'intelligenza artificiale sarà un toccasana per l'umanità, di certo è spersonalizzante. Snatura la nostra vera essenza (...)". Un monito. E un riconoscimento: "Stiamo scoprendo realtà sempre esistite, che per molto tempo abbiamo rifiutato di credere, come l'esistenza di una psicologia animale o il valore di un albero. Ci stiamo rendendo conto delle cose così come sono".
Il Tibet, terra da cui trae origine la filosofia buddista dei monaci di Graglia, è lontano, eppure qualcosa accade. Le parole scuotono. E il brusio in sala si cheta.
"Poniamo sempre le nostre esigenze al primo posto. Se invece mostrassimo apertura, agissimo con il cuore, tutto cambierebbe anche in noi. Dare è più importante che ricevere, perché dà più soddisfazione. Ci rende felici, un sentimento che possiamo trasmettere agli altri. Dare con amore, non per esibizionismo, stabilisce un rapporto di reciprocità. Colpisce come siamo affettuosi con gli animali, non altrettanto con le persone. La diffidenza è dovuta all'incapacità di gestire reazioni dirette. Coltiviamo allora il giardino dei nostri sentimenti".
Il Lama invita a meditare, che è un forma di preghiera che crea calma. Incoraggia a mitigare il desiderio, a mirare alle cose che possiamo realizzare: "La trasformazione globale parte dal singolo, dal nostro atteggiamento mentale. Abbiamo una responsabilità universale. Con la nostra felicità possiamo edulcorare il mondo. Se siamo ingrugniti, trasferiamo la nostra infelicità agli altri. Non si fa buddismo, bisogna essere buddisti".
Giust'appunto. Concluso il pensiero, è subito tutto un "passo prima io e chissenefrega se ti pesto il piede, rinfresco ricco mi ci ficco". Improprio è pure il fare incetta di pacchetti che ci vengono gentilmente donati, senza attendere il turno e soprattutto senza allungare la mano verso la scatoletta su cui i monaci hanno praticato una fessura e scritto: "offerta". Quando poi c'è chi chiede delucidazioni sul contenuto e vuole averne due... pace sia!
Il cielo dà una tregua d'azzurro e tutti siamo invitati a uscire e a disporci in cerchio. Viene srotolata una corda da stringere fra le mani, alla quale leghiamo tele colorate. Eseguiamo la treccia della fratellanza, prima del commiato. Nessuno, o pochi, la comprendono. Io stessa avrei potuto documentarmi. La cerimonia si trasforma in un parapiglia giocoso, in "un momento d'ilarità", come sento dire, in cui tutti sembriamo "brasati", qualcosa di più di divertiti, direi cotti. Forse è l'ingenuità che ci vuole, che favorisce il rilascio, l'abbandono. La vivo come l'inizio di un nuovo approccio.
Anna Arietti
(testo e fotografie)
(testo e fotografie)
Con una limpida fede prendo rifugio
nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha.
Finché non raggiungerò l'illuminazione
mi impegno a sviluppare le preziose perfezioni
operando per il bene di tutti gli esseri
con altruismo e compassione.
Per i meriti di questa pratica
possa la ruota del Dharma girare
fino alla totale estinzione del Samsara,
possa ogni uomo vivere libero e felice,
possa regnare l'armonia nelle famiglie.
Possano i potenti governare con la saggezza
del discernimento
tra ciò che è giusti e cosa è sbagliato.
Possano tutti i popoli progredire nell'indipendenza,
e dimostrare nello splendore dell'amicizia e dell'amore.
Pace - Pace - Pace nel mondo e nell'universo.
(Preghiera per la Pace)
"Ognuno sappia ricercare nella propria dottrina di appartenenza i suggerimenti che portano al dialogo e all'armonia. Per una serena convivenza tra i popoli l'unica soluzione è la pace, fatta con pensieri, parole e azioni che possano essere gioiosamente accolti da tutti". Lama Paljin Tulku Rinpoce
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