Testo e immagini di Enea Grosso
L'elegante "Florilegio di Primavera" di Omar Ronda - con i colori riflessi a terra sulle parole di Verlaine - è un regalo azzeccato per l'ospedale di Biella: il suo ampio ingresso è un florilegio di idee buttate lì come semi che guardano avanti.
L'atrio, davanti al bar e all'edicola. è sempre festoso. Ogni volta che ci passo c'è qualcuno che suona il pianoforte - circondato da un piccolo pubblico - e le foto di una nuova mostra appese alle grate.
E' un atrio così enorme da apparire inutile, ma può darsi che chi lo ha ideato lo abbia visto fin da subito traboccante di vita: magari con più di una mostra per volta, con un pianoforte a coda, una parete con una chitarra e un violino appesi in attesa di concerti, un'arpa (immaginare non costa nulla!); e, oltre ad uno spazio per i bambini, un ampio salotto in cui scambiarsi libri o leggerli ad alta voce per i malati di ogni età.
Libri di poesie e di racconti da consultare liberamente e da portare su, nei reparti, a chi non ha la forza o la vista o la cultura sufficienti per cercare la compagnia delle pagine di un libro.
Piccolo pubblico accanto al pianista. |
In un ospedale così grande credo che ci starebbe bene (posto in modo da non disturbare medici e pazienti) anche un teatro in miniatura in cui allestire brevi spettacoli e concerti e proiettare film e documentari: un modo anche per invitare la gente "di fuori" a recarvisi, portando le onde buone del proprio vigore e della propria salute a coloro costretti a lunghe degenze e a forzata solitudine.
Una lista inesauribile di cose inutili se paragonate alle medicine e alle cure.
Ma che siano poi così inutili? Personalmente sono convinta che siano "energia che circola in forma invisibile", come scrive Pietro Barcellona*, perché "l'inutile produce ciò che ci è più utile [...] al di là del miraggio creato dalla società", come suggeriscono gli psicoterapeuti Miguel Benasayag e Gérard Schmit.
"...poiché l'alba si spande, poiché l'aurora è qui, e poiché la speranza, perduta da gran tempo, si volge nuovamente verso di me che la chiamo, l'imploro, e tutta questa felicità è per me, i funesti pensieri devono ora finire, devono ben finire i sogni angosciosi...".
(Le parole di Paul Verlaine incise ai piedi del Florilegio di Omar Ronda)
Florilegio: dal lat. rinascim. florilegium, comp. del lat. flos floris «fiore» e tema di legĕre«cogliere», calco del gr. ἀνϑολογία, antologia (da www.treccani.it) |