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lunedì 28 agosto 2017

Un regalo della vita


 Il treno passa, e si ferma ogni ora, perché la stazione di Salussola è punto di scambio sulla linea regionale Biella/Santhià, anche se non esistono più la sala d’aspetto e tutti gli altri servizi. A farne le veci in termini di accoglienza però, dall’inizio di agosto, è di nuovo il Bar Trattoria “Stazione”. Il ristoro, che già agli inizi del Novecento era famoso per i suoi caffè, oggi si ripropone in una vesta rinnovata e con una storia da raccontare.

“Il locale nasce come ‘Caffè della Stazione’ e da molto tempo è di proprietà della nostra famiglia, originaria di Zimone - spiega Maria Teresa Molinari, classe 1950, insegnante in pensione -. Nel tempo, le diverse generazioni hanno imparato ad essere sempre più accoglienti, attente all’offerta, fino a diventare negli anni Sessanta anche ristorante. A seguire, fino agli anni Novanta, il locale era molto conosciuto per i suoi piatti tipici. Le persone arrivavano persino da Biella, proprio anche cogliendo l’opportunità di prendere il treno per uscire dalla città. Con la morte di mamma Elina il ristorante è stato chiuso. Poi c’è stata la svolta che ci porta ad oggi”.

Tutto questo perché non si può stare a guardare sogni e sacrifici finire nell’abbandono. L’attività andava salvata. E così è stato, non senza difficoltà. Con il sostegno della famiglia, Maria Teresa si è rimboccata le maniche e adesso può dire: “Ce l’ho fatta”.

Il locale è stato sottoposto ad un restauro conservativo. I muri, in alcuni punti con le pietre volutamente a vista, sono originali. Idem per alcuni complementi d’arredo. Una scelta ponderata, che valorizza il locale, lo rende attuale, ma fedele alla storia fatta di ricordi.

“La cucina che proponiamo è piemontese, rivisitata solo per renderla più leggera, più adatta ai palati di oggi, senza tralasciare i piatti vegetariani che vengono spesso richiesti, ma soprattutto per far sì che tutti escano sazi e soddisfatti. Seguiamo un nostro pensiero; facciamo la spessa quasi tutti i giorni per evitare scarti e ridurre gli sprechi. La decisione, forse non sempre economica, ci permette di garantire prodotti freschi. È questa la mentalità con cui procediamo. Non vogliamo cedere al consumismo, anche se di questi tempi si usa il menu fisso, noi proponiamo la carta del giorno, a seconda della carne, o della verdura, quella migliore, che abbiamo trovato”.

Le scorte si fanno con le patate, con la farina di mais per fare la polenta, o con certa selvaggina. In cucina l’attività è coordinata dallo chef . “Collaboriamo molto con lui - sottolinea Maria Teresa -. Avendo aperto da poco stiamo ancora facendo valutazioni, in base alle richieste dei clienti, dalle loro osservazioni e apprezzamenti, che sono preziosi. Ci servono per migliorare. Anche il cuoco accetta suggerimenti. Questo nostro modo di procedere sembrerà un po’ strano, ma poter svolgere questo 'secondo' lavoro è un regalo che la vita ci ha fatto e di cui andiamo fieri”.

testo e fotografie di Anna Arietti


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