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giovedì 16 febbraio 2017

La spesa si fa con serenità


Non sembra, ma è una questione squisitamente umana. La spesa che si fa di corsa, buttando alla rinfusa di tutto un po’, anche più di quel che serve, nutre solo in parte. L’anima si rifocilla soprattutto di attenzioni. Da che l’uomo esiste, le coccole vestono caldo e morbido, perché a fare la differenza saranno sempre le persone e il contenuto del frigorifero riflette lo stile di vita.

Succede allora di ritrovarsi indecisi fra la robiola all’erba cipollina, o ai pomodori secchi e olive; ma no, la scelta giusta cadrà sulla “crema”, quella che Ornela, 23 anni, da sette alle prese con salumi e formaggi da “Aglietti Carni” di Cossato, ti indica con il dito, tutta sorridente. Perché il formaggio da spalmare è una sua creazione e te lo racconta con entusiasmo. “L’ho sperimentato io, perché sai, sono una buona forchetta e nel fine settimana mi piace andare alla scoperta di tome introvabili, che poi propongo a Federico”.

Intanto è il turno di una donna; la conversazione vira sul tran tran dei giorni. Fra una battuta e l’altra, Ornela le propone il buon peso di una volta, quella fetta in più, mentre accosta all’offerta “i nostri salamini”. C’è voglia di chiacchierare, ma una ragazza staziona di fronte agli ultimi flan agli asparagi; in pratica se li è già accaparrati. “Te li do tutti, cara? - le chiede Ornela, prima di tornare a menzionare le soddisfazioni -. Il contatto dinamico con le persone mi entusiasma. Non sai mai chi può arrivare e anche il cliente ha molto da insegnarti. Ci si ascolta e dopo si dà il tempo per scegliere”. Ma neppure tutti quei suoi “sì, cara”, oppure “buona giornata, grazie”, guastano.

Fatti alcuni passi s’incontra Mirko, 36 anni, da diciassette referente per il reparto carni. “Di questo mestiere ti deve piacere tutto, sennò vai a fare altro - spiega contento, compreso che si tratta di un attimo di celebrità -. Non è detto che il taglio pregiato vada bene per fare tutto. Conta assegnare il pezzo giusto che soddisfi il desiderio. Ci devi mettere impegno, dalla preparazione alla consegna, ascoltando sempre la persona che hai di fronte”. Alle spalle di Mirko spiccano drappi dai colori vivaci. “Sono la storia di Aglietti Carni - spiega ancora -. Ogni ‘bandiera’ rappresenta un podio nella gara di assegnazione del bue alle fiere di Carrù e di Moncalvo. E non sono neppure tutte, perché non ci stanno. E’ fondamentale conoscere il taglio, informare sulla provenienza. Sono note che danno punti alla carne quando la porti in tavola”. Si avvicina poi un uomo con qualche anno in più, Mirko si rivolge a lui con affetto. “Dimmi pure caro… battuto come al solito?”. La sua mano taglia con fermezza come soltanto l’esperienza consolidata sa fare. “Quando i clienti ritornano, diventa normale legarsi e capita che se non ne vedi arrivare qualcuno per un po’ ti preoccupi. Ti domandi: ué, cosa gli è successo? Come esseri umani abbiamo tutti bisogno di scambiare due parole, di essere ben accolti. Ci fa sempre bene. La spesa fatta con serenità si fa più volentieri e fa vivere meglio. Essendo spesso solo dei numeri, è importante che il tempo dedicato a riempire il frigorifero ci faccia sentire persone”.

Nel reparto frutta e verdura si muove il riservato, ma non troppo, Lorenzo, che di anni ne ha 40 e non vuole dire da quanto tempo è operativo. “Sono come il prezzemolo, dopo due giorni che sta sul banco non invecchia, ma diventa di due bei colori”. Che dire? A modo suo dipinge il racconto e quando si avvicina una mamma con bimba per mano, dimostra di conoscere bene la musicalità delle parole. “Ciao cara, vuoi le mele per fare la tortina? Ho quelle giuste. Senti il profumo - dice, mentre ne allunga due -. Mi dirai tu quanto sono buone”. Un’altra donna chiede delle arance: “Dammi quelle dell’altra volta, Lorenzo”. Lui tutto goduto guarda chi prende appunti: “Senti cosa dice? Scrivi scrivi. Scherzi a parte, cerco di rendere felici le persone, di soddisfare le loro esigenze. Quando poi le rivedi, significa che ci sei riuscito. Vuoi anche delle patate? - stacca sulla cliente -. Ne ho una varietà eccezionale, che non costa neppure tanto”, “Se lo dici tu, mi fido - è la replica -”. “Fidati della patata, non di me - aggiunge lui”. Infine tocca alla Rina, tanto affezionata da poter dire che con il Lorenzo litiga sempre. “Non scriverlo, non sta mica bene - sbotta lui, sgranando gli occhi preoccupato -”. Prima di lasciare il negozio si cerca Federico, Federico Aglietti, il titolare. “Non c’è - dicono -. A volte lo vedi, poi sparisce, dopo un po’ però ricompare sempre”.


Anna Arietti
(testo e immagini)





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