Già le cinque o sei case, circondate da prati ben rasati, piante e fiori sistemati qua e là, rimandano il pensiero a un pezzo di paradiso; a contare i residenti poi, si fa ancora più in fretta: uno soltanto. Se ne sono andati tutti, tranne Heidi, l'unica che ha scelto di restare, anche dopo che le è mancato il marito. Originaria della Valle di Mosso, due passi più in là, i vicini di casa la chiamavano “forestiera”; ironia della sorta ora tocca a lei prendersi cura del borgo.
“Io sono il sindaco e ho tre gatti e un cane, come assessori” dice, ridendosela di gusto. Sembrerebbe una decisione coraggiosa la sua, invece, ad ascoltarla, si comprende che non poteva andare diversamente. “Non ho paura ad abitare qui - spiega -. Quando viene a trovarmi mia sorella, le viene il magone. Ma va la! le rispondo io, che sto benone”. Come biasimarla; chi non vorrebbe poter vivere con le porte spalancate.
Alcune abitazioni sono seconde case, altre sono in vendita, ma è difficile sistemarle. “I proprietari chiedono parecchio denaro – commenta, mentre si passeggia con tutta la 'giunta' al seguito -. Quelli che vengono a vederle, poi desistono. Tutte le frazioni di Curino sono messe così. Spiace perché sono troppi i giovani che non mostrano interesse e finiscono per lasciarle ammuffire”.
Ancora non è stato detto, ma Heidi è un nome di fantasia, da lei scelto, perché, da buona burlona, oltre a sentirlo adatto alla storia, funge anche da tutela. “Meglio non esagerare col fare la sborona, visto che vivo isolata - aggiunge, pregustandosi la battuta successiva –. Il vero guaio è che non posso litigare con nessuno. Quando arrivano certi giorni storti, se ne devono poi andare con le pive nel sacco. A far girare le scatole a volte ci si mettono gli assessori, le mie pesti, ma sono anche una grande compagnia. Chi è solo? Qui c'è il mondo. Arrivano in tanti, quasi sempre alle solite ore: volpi, caprioli, cerbiatti, cinghiali. Sono piena di ghiri. Un giorno me ne è persino entrato uno in casa. Abbiamo discusso e poi, molto ragionevolmente, se ne è tornato suoi passi, in giardino. Ho avuto anche a che fare con un gufo rimasto impigliato in una finestra. Sono sempre impegnata. Quando vado a letto, alla sera, come mi corico così rimango; crollo addormentata”.
Ha ragione; non è sola. C'è la natura che scorre con i suoi silenzi patinati, fatti di sfarfallii, sibili, fruscii, tonfi. Si percepisce il senso della stima. Armonia. Persino la pianta delle ciliegie ha fatto una sua scelta. “Si è sposata con il prugno. E' stato mio nonno a farmela notare. I tronchi sono cresciuti insieme, fino a fondersi l'uno nell'altro - conclude Heidi -”. Ognuno però ha mantenuto integra la propria identità, sfoggiandola nella chioma. Un fenomeno raro nell'uomo: collaborare, rispettandosi.
La visita del borgo, in compagnia dell'intera “amministrazione comunale”, termina. La stradina che riporta in paese è stretta, ma verde, tanto verde, e le mosche, 'ste piccole mosche, non sono nemmeno noiose.
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