giovedì 4 agosto 2016

Delhi: Tomba di Gandhi. Luoghi che sono poesia.

Testo e immagini di Enea Grosso


"I have taken such an inordinately long time over pouring out what was agitating my soul to those whom I had just now the privilege of serving. I have been called their leader or, in military language, their commander. But I do not look at my position in that light, I have no weapon but love to wield my authority over anyone".


"Ho impiegato un'infinità di tempo a rivelare ciò che agitava il mio spirito a coloro che proprio adesso ho avuto il privilegio di servire. Mi hanno chiamato loro guida oppure,  nel linguaggio militare, loro comandante. Ma non guardo in questa luce alla mia posizione. Non ho altre  armi che l'amore per esercitare la mia autorità su chiunque".
( Dal discorso di Mohandas Karamchand Gandhi 'Quit India' - Via dall'India, Bombay 1942, tratto da "La forza della nonviolenza" a cura di Gigi Riva, collana "La forza della parole"- L'Espresso)



 Alla tomba  di Gandhi a Delhi questo amore si percepisce forte e intenso: mentre si gira attorno al semplicissimo parallelepipedo scuro su cui brillano le collane di fiori posate dalla gente, si percepisce un'inattesa commozione salire lentamente alla gola.
Le palpebre si danno da fare per contenere lacrime che non erano previste e sembrano puerili e fuori luogo - così almeno sembravano a due tipi algidi e austeri come me e la mia amica Grazia (cui devo l'idea del mio primo viaggio in India)...invece  probabilmente capita chissà a quanti altri silenziosi visitatori!
La tomba è nascosta al margine di un grande parco. Le persone che si muovono attraverso il verde - specialmente le donne, vestite come principesse - sembrano una processione di fiori spinta dolcemente verso un'unica direzione da un'invisibile forza buona.

"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo"
Gandhi fu assassinato il 30 gennaio 1948.
« Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. » 
Incontri all'uscita dal parco

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