Foto di Anna Arietti |
In quell’alba incredibile tutti si fermarono a guardare la Luna.
Il traffico diventò sempre più lento lungo la superstrada,
ma non c’erano stati incidenti e nessuno
si arrabbiò, quando tutte le automobili furono ferme sulle tre corsie.
Erano le sette.
La Luna era ancora enorme sulle montagne vestite d’un candore magico, un po' nascosta da nuvole sparse qua e là come frammenti di un velo, indecise se coprirla o meno, tanto era bella. Si trovavano lì solo per proteggere gli uomini e le donne da una mattutina ubriacatura di bellezza: avrebbe provocato qualche sbandamento, ora che i loro occhi si erano aperti all’improvviso dopo tanto torpore.
La Luna era ancora enorme sulle montagne vestite d’un candore magico, un po' nascosta da nuvole sparse qua e là come frammenti di un velo, indecise se coprirla o meno, tanto era bella. Si trovavano lì solo per proteggere gli uomini e le donne da una mattutina ubriacatura di bellezza: avrebbe provocato qualche sbandamento, ora che i loro occhi si erano aperti all’improvviso dopo tanto torpore.
Si fermarono tutti e
non ci fu bisogno di giustificazioni, di spiegazioni, di parole.
Gli sguardi erano incollati lassù, tra la prima neve
scintillante e le tende di quella finestra sospesa nell’ aria intorno al
cerchio della Luna.
Lentamente le nuvole iniziarono ad aprirsi – o forse fu la
luna a scivolare più in basso, o tutte e
due le cose insieme. O forse furono gli uomini stessi a muovere il cielo, ora
che erano tutti raccolti e tranquilli con il naso all’insù, senza pericolo di
finire fuori strada, liberi dall’affanno del tempo. Chissà. Ma in fondo saperlo
non interessava a nessuno.
Per una lunga manciata d’istanti - un frammento d’eternità caduto sulla superstrada
per quel mattino speciale - non ci fu più un “tutti” o un “nessuno”, solo un
unico abbraccio di Bellezza.
Quando la Luna iniziò a sparire, gli occhi la
seguirono in un’apnea estatica.
E quando non rimase che una luce argentea sospesa nel cielo, fu su quella luce che i cuori si posarono per sbirciare al di là delle montagne. E così la videro mentre ondeggiava lontano – non capirono se sulla superficie piatta di un oceano o se su di una coltre fitta di nubi – come un’ostia sospesa sul mare. Proprio non riuscirono a vedere oltre.
E quando non rimase che una luce argentea sospesa nel cielo, fu su quella luce che i cuori si posarono per sbirciare al di là delle montagne. E così la videro mentre ondeggiava lontano – non capirono se sulla superficie piatta di un oceano o se su di una coltre fitta di nubi – come un’ostia sospesa sul mare. Proprio non riuscirono a vedere oltre.
Qualcuno affermò che fosse scivolata in una fessura verso il basso; secondo altri,
invece, si erano aperte porte d’oro come quelle di un tabernacolo, e lei si era
rifugiata lì dentro, a riposare tranquilla avvolta in un morbido piumone
stellato.
https://pixabay.com/it/photos/luna%20piena/ |
* * *
Tante volte ho pensato che lungo la superstrada ci vorrebbero delle piazzuole apposta per fotografare le montagne biellesi al mattino. Abbiamo albe stupende.
(Enea Grosso)
(Enea Grosso)
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