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giovedì 19 maggio 2016

Le foglie umide.




Le foglie umide sono un richiamo irresistibile per Corinna; pare le dicano “guarda me! guarda me!”
La pioggia prima di allontanarsi le imbelletta. Le più sensibili si piegano sotto il peso delle gocce. Hanno lo sguardo basso. Attendono il sole per ritrovare la fiducia, mentre le coriacee sono le più caparbie. Stanno lì, dritte, impettite, come sempre. 

Corinna le ammira. 

Non si fanno intimorire dalla voce del tuono, tantomeno dalla forza delle sue mani. 

Il bosco è più vivo che mai. Lei ne respira la fragranza muschiata; ne ha bisogno quanto quei cespi dalla testa china.

Fa ancora un passo e inciampa in un ramo spezzato, in una vittima, le cui foglie, seppure lucide e commosse, le regalano un sorriso. Percepisce l'inevitabile, ma l'attenzione è attratta dai lunghi fili d'erba; i più asciutti riprendono a cullarsi al vento, beati.

Lasciato il sentiero, Corinna incontra una cavalla con il suo puledro intenti a brucare. L'immagine accende in lei un senso di appartenenza che la riporta nel mondo.

In lontananza borbotta il temporale; se ne sta andando mal volentieri.

Lì vicino scorre vivace il Bisingana, anche lui ritemprato.

Il bosco è più vivo che mai.


Lei ne respira la fragranza muschiata



"Attendono il sole per ritrovare la fiducia"
"guarda me! guarda me!"


"i fili d'erba più asciutti riprendono a cullarsi al vento"

"una cavalla con il suo puledro intenti a brucare"
il rio Bisingana


Anna