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domenica 24 aprile 2016

La fiera agricola di Castellengo









"Bundì madamin. Le posso fare assaggiare il mio formaggio?".
"Sì, volentieri".


Alla fiera il banchetto si nota appena, ma le forme sono invitanti e la donna si lascia prendere per la gola.

"Et voilà, assaggi! - il ragazzo dai capelli a spazzola, in camicia bianca e cardigan scuro, le allunga la cannula -. E' maccagno, media stagionatura. Latte intero, si sente neh?".
Lei lo assapora ed esclama: "E' ottimo; dammene qualche etto e fammi il conto".
"Ma no! non può lasciarmi di già, assaggi anche il tomino condito! Sentirà il profumo dei monti di Heidi. Sì, lo so – sorride sornione - ci vuole un po' di immaginazione...".
"Puzza?", domanda lei.
"Ma no, che dice! Questo è fresco e ben speziato. Fa meditare, vero?”.

La donna lo afferra e lo gusta lentamente, in silenzio. Questa volta si è come smarrita... nei suoi occhi scorrono le immagini del nonno che la chiama da lontano, da quel prato immenso che si estendeva davanti casa.

“Oh madamin... che dice? Le piace?”
Lei si riprende e domanda: “Ma i formaggi li fai per passione o per lavoro?"
"Sono mattiniero per mia natura, anche se oggi, in effetti, mi ci vorrebbe un caffè doppio. Comunque, sì, è una tradizione di famiglia. Il nonno girava a venderli con il carretto".
"Che bello! … dai, dammi un paio di etti anche di quel tuo formaggino. Sai... è che tu non sembri un margaro” e gli porge del contante.
Lui sorride: "Appartengo a quella che i vecchi chiamano 'la nuova generazione', ma non cambia mica niente. Eccole il resto... grazie, arrivederci”.

Pochi passi e nell'aria tornano quelle note: "Bundì munsù. Facciamo le uova sbattute con la toma oggi?".

Anna Arietti


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