Mi piace entrare nei caffè al mattino presto.
È tutto un andirivieni di tazze, tazzine… e giornali.
L'edizione più gettonata è quella locale. La tengo d'occhio mentre passa di mano in mano, di smorfia in smorfia e ascolto i commenti.
"Ah, 'sti giornalisti non sanno proprio più cosa inventarsi",
"Solo morti mettono in prima pagina",
"Anvedi questo quante virgole".
E quando sembra che tutti abbiano emesso sentenza, ne entra ancora uno.
"Eilà, gente! Avete visto il Gino? L'ha combinata davvero grossa. Sta volta finisce dentro!".
"No! Ma dai! E come lo sai?"
"È scritto sul giornale. Non hai visto?".
Gli occhi rimbalzano sui tavoli come palline di gomma.
Dove sarà finito quel maledetto pezzo di carta?
Eccolo! Visto. Gli sguardi si catalizzano tutti nella stessa direzione.
Il giornale è fra le mani di un'anziana signora, seduta in disparte ed estranea al fermento.
Sorseggiando un cappuccio, sfoglia le pagine con lentezza bradiposa.
Scatta una voce.
"Signora… appena finisce, me lo passa per favore?".
testo e fotografia di Anna Arietti
riproduzione riservata
testo e fotografia di Anna Arietti
riproduzione riservata